Assolto sacerdote di Nardò dall’accusa di molestie
Nessun abuso sessuale. Con questa motivazione, i giudici hanno assolto in Appello don Quintino De Lorenzis, parroco di Nardò, condannato a 3 anni e mezzo. Il verdetto, arrivato ieri sera dopo le 22.30, ribalta la sentenza di primo grado, quando il sacerdote è stato accusato di molestie nei confronti di un 27enne migrante marocchino.
Una vicenda che ancora brucia nella memoria della comunità neretina ed eclessiastica del Salento. Nel 2013, in occasione del processo, anche la stessa Curia era stata trascinata in aula come responsabile civile delle attività svolte dal prete, e condannata a risarcire la vittima con 20mila euro, da corrispondere in solido col sacerdote alla vittima. Ma soprattutto, una sentenza che fece molto discutere, perchè secondo il pm di allora, Antonio Negro, don Quintino era innocente ed andava assolto.
L’accusa di violenza sessuale, formulata dal pm Stefania Mininni, si basa su un singolo episodio, risalente al 15 ottobre del 2010. Il 27enne marocchino, in attesa del permesso di soggiorno, risiedeva a Nardò, paese della fidanzata, e si trovava in grosse difficoltà economiche non riuscendo a trovare lavoro; si recò in parrocchia e in quell’occasione il sacerdote, don Quintino appunto, gli offrì il suo aiuto chiedendogli di passare il giorno seguente per ritirare alcuni capi d’abbigliamento. Nella denuncia il marocchino racconta che, mentre lo aiutava a cambiarsi i vestiti per indossare quelli nuovi, il parroco lo avrebbe palpeggiato nelle parti intime con la scusa di verificare che il pantalone fosse della taglia giusta.
Subito dopo l’assoluzione è arrivato il commento della Curia. “Il vescovo Fernando Filograna e la Chiesa di Nardò-Gallipoli – si legge nella nota – si stringe attorno al carissimo don Quintino De Lorenzis, alla fine di un percorso sofferto e difficile. Con rispetto e profondo senso delle istituzioni, abbiamo confidato nell’operato della Magistratura, alla quale rinnoviamo stima e apprezzamento, e affidandoci nella preghiera a Dio, giusto e misericordioso non ci siamo fatti prendere dallo sconforto o dalla rassegnazione. Con questo giovane sacerdote stasera esultiamo, confermando gli attestati di stima che sempre gli sono stati consegnati da uomini e donne del mondo ecclesiale e civile. Le accuse mosse contro il sacerdote si sono rivelate destituite da ogni fondamento perché il fatto non sussiste”.