Astana, energia, sostenibilità, ricerca e Matera 2019 i temi dei primi seminari
Nelle giornate del 7, 8 e 9 Agosto la Basilicata presenta all’Expo “Future Energy” di Astana, grazie al contributo di docenti e ricercatori dell’Università della Basilicata, dell’Enea, del CNR e di FEEM alcune tra le best practice del settore energia e sostenibilità. Architettura bioclimatica e tecnologie, connessioni tra caratteristiche geologiche e processi conservativi che consentono ai Sassi di Matera, Patrimonio dell’Unesco di utilizzare in maniera sostenibile l’energia per il riscaldamento delle abitazioni, sono questi i temi approfonditi da Gianluca Rospi e Agnese Bonomo dell’Università di Basilicata, nel seminario “Bioclimatic Architecture & MATERA 2019” tenutosi il 7 agosto nel padiglione Italia, introdotto da Gerardo Travaglio, Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta e con le conclusioni affidate a Giuseppe Romaniello, responsabile amministrativo della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e un focus sull’energia della cultura e dello sviluppo sostenibile.
“Ad Astana abbiamo presentato ad una platea attenta ed interessata a Matera e alla Basilicata esempi concreti – ha dichiarato Gianluca Rospi dell’Unibas – di strategia bioclimatica attuata in occasione del recupero dei Sassi di Matera per attività turistiche ricettive (con alcuni esempi prestigiosi quali l’Hotel Sextantio Grotte della Civita, Sant’Angelo, La casa di Lucio e tanti altri), luoghi e contenitori culturali che da chiese, cave, frantoi, ecc. sono diventati musei, teatri, luoghi di esposizione (MUSMA, Casa Cava, Scuola di restauro ecc.) anche con il sostegno della Regione Basilicata”.
“Matera è una città unica con le case dei Sassi scavate nella roccia riconosciute patrimonio Unesco. In soli 50 anni, da “vergogna nazionale” è oggi l’orgoglio della Basilicata e dell’Italia intera, avendo guadagnato l’onore di diventare la Capitale della Cultura Europea nel 2019″, ha dichiarato Giuseppe Romaniello.
“Matera è una città unica con le case dei Sassi scavate nella roccia riconosciute patrimonio Unesco. In soli 50 anni, da “vergogna nazionale” è oggi l’orgoglio della Basilicata e dell’Italia intera, avendo guadagnato l’onore di diventare la Capitale della Cultura Europea nel 2019″, ha dichiarato Giuseppe Romaniello.
Nella giornata di ieri, dedicata al seminario “Future energy made in Basilicata” e al ruolo della ricerca sui temi correlati, è stata introdotta da Carmen Santoro, Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente, e moderata da Donatella Barisano dell’Enea a cui è intervenuto insieme ad alcuni ricercatori lucani, anche il prof. Nadir Abylai del KBTU, Università Tecnica Kazako-Britannica in Astana.
“Da due anni – ha dichiarato Nadir Abylai – abbiamo avviato il progetto di scambio tra studenti dell’Università della Basilicata e gli studenti della Kazakh-British University. Condividiamo con la Regione Basilicata la nostra esperienza sulla ricerca in ambito geologico, con applicazioni legate al settore degli idrocarburi.” In Basilicata oltre a petrolio e gas, sono presenti anche importanti realtà “alternative” che puntano allo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili quali l’eolico, il fotovoltaico e le biomasse il cui ruolo, a livello globale, sarà sempre più rilevante, come emerge chiaramente dai temi in essere nei padiglioni di tutte le nazioni presenti al’Expo 2017.
“Per raggiungere l’obiettivo di coniugare lo sviluppo con la sostenibilità – ha detto nei saluti introduttivi Carmen Santoro del Dipartimento Ambiente regionale – e rendere il sistema energetico della Basilicata integrato con le risorse naturali della regione, è fondamentale il ruolo della ricerca scientifica e della innovazione tecnologica che vede oggi l’ENEA, il CNR, l’UNIBAS e la FEEM raccontare in un contesto internazionale alcuni tra i risultati eccellenti delle nostre ricerche in campo energetico e ambientale.”
Il workshop ha voluto fornire la descrizione di una regione che in piccolo rappresenta la realtà energetica globale, dove fonti fossili e fonti rinnovabili convivono, per valorizzarle al meglio dando anche la giusta rilevanza al monitoraggio e alla gestione degli impatti ambientali. Le biomasse, una importante fonte rinnovabile di energia e carbonio il cui utilizzo è aemissione di anidride carbonio circa nulla, è il tema su cui si focalizzano le attività condotte presso i laboratori della divisione di “BioEnergia, Bioraffineria e Chimica verde” del Centro Ricerche Enea di Trisaia. Due delle principali linee di attività riguardano lo sviluppo di processi innovativi a basso impatto ambientale per la produzione di energia e green chemicals a partire da biomasse di origine residuale.
“Produzione di energia, biocarburanti liquidi (es. bioethanolo), idrogeno e biometano – ha spiegato Donatella Barisano di ENEA – sono i vettori su cui si punta nel settore della bioenergia, produzione di molecole strategiche per il settore chimico per la produzione ad esempio di bioplastiche e biopolimeri nel campo della chimica verde.” “Qui ad Astana – ha dichiarato Francesco Ferraro di Unibas – abbiamo voluto evidenziare l’importanza di studiare gli analoghi di superficie dei reservoir, ovvero delle “rocce serbatoio” presenti in Appennino meridionale, costituito in gran parte da rocce sedimentarie, carbonati nello specifico che vede, al suo interno, in Basilicata, presente il più grande giacimento petrolifero su terraferma di tutta l’Europa. Tale studio riveste un ruolo chiave nelle strategie di esplorazione e produzione delle compagnie che si occupano
di georisorse.”
“L’attività di ricerca di cui mi occupo – ha spiegato nel corso del workshop Mariapia Faruolo del CNR – si basa sulla definizione ed implementazione di tecniche satellitari innovative che, attraverso l’analisi di serie pluriennali di dati satellitari multi sorgente, consentono di studiare e monitorare rischi naturali e antropici. In particolare, ho voluto illustrare un algoritmo satellitare sviluppato presso il CNR-IMAA in grado di quantificare, su base annuale, i volumi bruciati in torcia presso il Centro Olio Val d’Agri.”
“L’attività di ricerca di cui mi occupo – ha spiegato nel corso del workshop Mariapia Faruolo del CNR – si basa sulla definizione ed implementazione di tecniche satellitari innovative che, attraverso l’analisi di serie pluriennali di dati satellitari multi sorgente, consentono di studiare e monitorare rischi naturali e antropici. In particolare, ho voluto illustrare un algoritmo satellitare sviluppato presso il CNR-IMAA in grado di quantificare, su base annuale, i volumi bruciati in torcia presso il Centro Olio Val d’Agri.”
Simona Loperte del CNR ha illustrato il bilancio ambientale dell’area industriale dell’Alta Val d’Agri, ottenuto mediante l’applicazione del modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte) e sviluppato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente. Tale metodologia è in grado di descrivere in maniera “comprehensive” i rapporti di causa-effetto tra le attività antropogeniche e l’ambiente. “In tale ambito – ha detto Loperte – presenteremo i principali risultati ottenuti finalizzati a fornire ai diversi portatori di interesse un quadro conoscitivo esaustivo della disponibilità dei dati esistenti, delle principali fonti di impatto e delle strategie politiche di mitigazione ambientale messe in atto o pianificate.” Infine, Elisabetta Fortunato della Fondazione Eni Enrico Matteiha spiegato l’importanza del lavoro di squadra con l’Università della Basilicata nella valutazione della qualità ambientale di una risorsa idrica strategica, l’invaso del Pertusillo, ubicato in prossimità del più grande giacimento petrolifero onshore dell’Europa occidentale.
Il 9 agosto sarà dedicato ad attività laboratoriali di divulgazione scientifica con gli studenti delle scuole di Astana sugli argomenti della sostenibilità energetico ambientale a cura dei ricercatori di CNR, UNIBAS, FEEM e degli educatori ambientali del Centro di Educazione ambientale “Il Cielo di Indra”. I giovani Kazaki saranno incontrati in ambienti dedicati al monitoraggio ambientale, risparmio energetico e best practices di mobilità sostenibile.