Auguri di Pasqua alla Diocesi di Tricarico
Busso alla porta di casa vostra, cari amici di Tricarico, Accettura, Albano, Calciano, Campomaggiore, Garaguso, Grassano, Oliveto Lucano, San Mauro Forte, Aliano, Armento, Cirigliano, Corleto Perticara, Gallicchio, Gorgoglione, Guardia Perticara, Missanello, Montemurro, Stigliano… se mi aprite, entro solo per dirvi: coraggio! È Pasqua anche quest’anno. Il tremendo contagio che ci sta aggredendo ha fermato tante cose belle della nostra vita, ma non ha fermato la Pasqua. Anche se ancora chiusi in casa, sentiamo la Pasqua come l’irruzione potente di Dio che, attraverso Gesù Risorto, viene a squarciare il buio che ci avvolge. C’è una immagine della Veglia pasquale, che certamente ricorderete: nel buio delle nostre chiese, una luce: la luce del Cero pasquale, avanza e mentre avanza si accendono le candele dell’assemblea e le luci della chiesa. Che ne dite se prendiamo questa immagine come un segno per noi? Crediamo fermamente che man mano che la luce di Cristo Risorto attraverserà le tenebre del nostro mondo, gradualmente tornerà la luce e tutto si illuminerà e riprenderà il suo colore e splendore naturale. Vogliamo allora gridare: Gesù, con te mi illumino d’immenso! E allora amici carissimi: facciamo Pasqua! Non vi risulterà nuovo sapere che Pasqua significa passaggio.
- In principio, prima che Dio scegliesse Israele come suo popolo, era in uso presso i popoli pagani il rito della transumanza, che noi conosciamo ancora. Dopo aver trascorso i rigori invernali in zone temperate, al sopraggiungere della primavera si ripartiva: si passava, si andava verso pascoli più verdi e nutrienti.
- Quando Dio fece uscire Israele dall’Egitto, l’antica transumanza diventò passaggio dalla schiavitù alla libertà…
- Con la morte e risurrezione di Gesù, la transumanza dall’Egitto diventò transumanza dalla morte alla vita, dal peccato all’amore.
E allora:
- siamo disposti a una nuova transumanza con Cristo che ci guida alle fonti dell’acqua della vita?
- Siamo pronti per un nuovo passaggio dalle cose vecchie alle cose nuove?
- Sentiamo forte il desiderio di fare Pasqua?
Dipende da noi, Dio è pronto a tenderci la mano. Se c’è in noi il forte desiderio di fare Pasqua avverrà quello che avvenne nel Cenacolo il mattino di Pentecoste. Scrive l’autore degli Atti degli Apostoli: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare lingue nuove…” (At 2,1-4). Lo Spirito Santo ci farà risorgere dalle ceneri di un mondo vecchio che muore e ci farà guardare con occhi nuovi al mondo nuovo che nasce e che attende di essere costruito con molta più responsabilità e spirito evangelico, e molta meno arroganza, frenesia e autosufficienza. Dunque, la Pasqua che ci attende è un
- lavoro
- programma da vivere
- modo nuovo di guardare la vita.
Vivere in modo pasquale significa impastare la vita con il lievito nuovo della
- sincerità
- verità
- relazioni fraterne accogliento
- sobrietà
- giustizia
- pietà
- attenzione ai piccoli e ai deboli
- rispetto dell’ambiente.
Buttiamo via il lievito vecchio che ha fatto fermentare la nostra vita solo sul versante perverso del
- tornaconto personale
- successo ad ogni costo
- corsa spregiudicata al benessere personale
- individualismo rampante
- disprezzo della vita umana.
Tutto questo ha fatto ammalare il mondo in cui viviamo e alla fine ha avvelenato anche noi. In questi giorni di oscurità e tenebre, nel mondo si sono accese delle scie luminose che hanno rischiarato il buio:
- uomini e donne
- medici, infermieri, volontari
- sacerdoti religiosi, consacrati
- volontari sotto ogni sigla
- credenti e non.
Queste scie luminose sono segnali di risurrezione imminente, indicano la strada per una svolta pasquale. Consapevolmente o non consapevolmente, abbiamo visto con i nostri occhi
- le mani forate del Risorto curare i malati;
- i piedi piagati e stanchi di Gesù camminare per le nostre strade vuote e raggiungere in casa i bisognosi;
- uscire dal fianco aperto delle Chiese vuote un fiume di preghiera e di grazia che ha silenziosamente ristorato tanti cuori angosciati.
Perciò dobbiamo essere ottimisti, perciò dobbiamo essere certi che ancora una volta il Crocifisso Risorto sta soffiando sul mondo l’alito vivificante del Suo Spirito. Facciamo nostra l’ultima confortante immagine del Libro dell’Apocalisse, che chiude la Bibbia:
“…un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, scaturiva dal trono di Dio e dall’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte l’anno, portando frutti ogni mese, le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.” (Ap 22,1-2). Il Cristo Risorto ci invita a tornare all’albero della vita, l’albero fecondo, l’albero medicinale irrigato dall’acqua dello Spirito. Gesù risorto ci invita a tornare a Dio, perché Lui non abbandona i suoi amici nel sepolcro, non permette che i figli che ama subiscano la corruzione, la morte, il dolore ma li risuscita. È stato così per Gesù. È così per ciascuno di noi. “Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.” (At 2,32). Con questa certezza, mettiamoci in cammino sulle strade della transumanza della fede, della carità, della speranza e il nostro deserto fiorirà, la nostra valle di lacrime tornerà a essere giardino.
Buona Pasqua, amici!
Cristos anesti! Alitos anesti!
Cristo è risorto! È veramente risorto!
Il vescovo – monsignor Giovanni Intini