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Autoparco di Contrada Pantano a Matera, la nota di Salvatore

Tra fantasia e realtà c’è il «fare»! L’idea di coinvolgere la società civile in una partecipazione attiva alla prossima tornata elettorale per le Comunali, sta tutta nella differenza tra alcuni incantatori di serpenti, che si stanno palesando in questi giorni lanciando proclami senza alcun contenuto, e la volontà di costruire politiche di sviluppo serie, che partano dallo stato dell’arte di Matera e rendano sostenibili le azioni da introdurre. Cultura e turismo sono un binomio da cui nessuno potrà prescindere, perché è ancora nel pieno il percorso post Capitale europea della cultura (Ecoc) e le attività in rampa di lancio, come la Capitale della cultura mediterranea e del dialogo, lo impongono. La prima domanda da porsi è come queste iniziative di respiro internazionale incidano sul sistema culturale e turistico, e cosa dell’esperienza Ecoc vada recuperato e possibilmente migliorato. È sicuramente il caso delle infrastrutture di cui la città è dotata, alcune presenti già da tempo che avrebbero dovuto supportare le mutazioni in tema di accoglienza, permanenza e mobilità degli abitanti temporanei, o di tutti quanti ogni giorno usufruiscono dei servizi che la città offre. La recente esperienza del Terminal intermodale e della metropolitana impongono una seria riflessione su altri contenitori da troppo tempo abbandonati a gestioni poco chiare, che non portano i corretti benefici. Caso eclatante è il cosiddetto Autoparco di contrada Pantano. Struttura dalle grandi potenzialità inespresse totalmente affidata a soggetto privato, con un contratto di concessione già oggetto di diverse “attenzioni”, con riscontri persino in sentenze del Tar. Un autoparco a poche centinaia di metri dalla Cava del Sole, di facile accesso dagli svincoli della Statale Matera-Altamura, non può non essere un elemento centrale delle politiche di mobilità del Comune di Matera; ancor più se poi è facile riscontrare il parcheggio “creativo” di tanti bus turistici, presso il Centro commerciale di borgo Venusio. Urgentemente va ridefinito il rapporto di concessione, e qualora fossero riscontrate inadempienze nella gestione, provvedere tempestivamente al bando per un nuovo affidamento con maggiori tutele per la città. La modifica della destinazione d’uso di strutture di proprietà comunale, non può essere lasciata al volere dei concessionari, e deve essere obbligo della struttura amministrativa vigilare sulle modalità di gestione, coordinando le necessarie innovazioni e variazioni in funzione delle necessità dei Piani di competenza. Un’attenta ricognizione delle proprietà comunali e delle condizioni di concessione è assolutamente necessaria, la base su cui costruire la sostenibilità delle azioni di crescita del Sistema turistico della città di Matera.

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