Avviata la fase di rilancio dello storico quartiere periferico ‘Salice’ di Foggia
Il Comitato del Salice Nuovo di Foggia si schiera al fianco del Comune nella lotta ai ladri di rame e plaude agli interventi per il rilancio della zona periferica della città. “Il ripristino della pubblica illuminazione è un chiaro segnale che il Salice non è più un confine abbandonato, ma può diventare quello che desideriamo da tempo: una piccola città nella città – afferma Dario Iacovangelo, presidente del Comitato – E’ solo una traccia, ma la strada da seguire è quella della garanzia dei servizi. Ecco perché riteniamo che sia ora dei fatti concreti e di lasciare per strada le sterili proteste che non hanno mai prodotto risultati. E’ mia intenzione avviare presto una intesa con il Sindaco Franco Landella sui progetti e sulle urgenze, come la immediata copertura dei tombini, sia per scongiurare i furti di rami sia per tutelare la sicurezza e l’incolumità dei tanti residenti. Per questo, sono fiducioso che presto incontreremo il primo cittadino di Foggia, per dare seguito ufficiale ai nosri intendimenti. Noi del comitato siamo convinti che per il Salice si possa trovare il modo di intervenire realmente per riqualificarlo e renderlo a misura d’uomo. Purtroppo manca tanto e tanto c’è da fare, ma abbiamo obiettivi precisi: la viabilità, l’illuminazione, una soluzione rapida, efficace e realizabile per il ponte che attraversa la tangenziale ed il definitivo recupero della storica Chiesa di San Lorenzo, perché anche al Salice si possa cominciare a fare attività di parrocchia ed aggregazione per i giovani e le famiglie. Proprio in questo senso e sul progetto del definitivo recupero della Chiesa di San Lorenzo – aggiunge Dario Iacovangelo – è di particolare importanza l’apporto di don Fausto Parisi con la sua Onlus Giovanni Paolo II. Al Sindaco Landella noi diciamo: eccoci, ci siamo, operiamo insieme, perché tutto ciò che sarà fatto per il Salice Nuovo sarà fatto per la città stessa e perché non ci interessano onori o madeglie ma veder crescere i nostri figli in un quartiere resideziale che si possa definire tale, non in una terra di nessuno quale è oggi il Salice Nuovo.