Bagno di folla a Palazzo Dogana a Foggia per Stefano Bonaccini
“Voglio un PD che sia riconosciuto per strada come il partito che più di tutti si batte perché due diritti siano garantiti dal pubblico e dallo Stato: il diritto all’istruzione e alla salute perché un povero deve avere il diritto a istruirsi e a curarsi come un ricco”. È stato il passaggio applaudito con più forza del discorso che Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alla segretaria nazionale del Partito Democratico, ha fatto ieri sera a Foggia, davanti a una Sala del Tribunale della Dogana gremita come non si vedeva da tempo. E non c’erano solo i militanti storici a essere arrivati da tutta la provincia, per ascoltare Bonaccini e le sue idee per il nuovo PD, in campo per la sfida di domenica 26 febbraio prossima, quando si celebreranno in tutta Italia le primarie aperte anche a elettori e simpatizzanti del PD.
A introdurre il candidato alla segreteria nazionale PD, il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, che ha sottolineato la sala affollata come “sintomo di un entusiasmo per le primarie del Partito Democratico che si sta riaccendendo” e rimarcato come “molto importante sia la scelta di Stefano Bonaccini di iniziare la sua campagna per le primarie dalla provincia di Foggia, da Cerignola, la città di Giuseppe Di Vittorio, e di chiudere ancora a Foggia l’ultima domenica che precede la settimana che si concluderà con il voto aperto a tutti i nostri elettori: è per noi motivo di orgoglio e rafforza l’energia che stiamo mettendo affinché la città di Foggia, tra qualche mese, rinasca e ritrovi la sua storia di una grande città del Sud, che merita di fare emergere tutte le potenzialità che abbiamo”.
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, hanno sottolineato i motivi di orgoglio per un’adesione così forte a Foggia e in Capitanata alla campagna “Energia Popolare” lanciata da Bonaccini, evidenziando i due ultimi passaggi che hanno visto due giovani sindaci, protagonisti di battaglie emblematiche combattute anche nel segno della legalità, assumere posizioni di responsabilità più larghe: il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, eletto presidente della Provincia di Foggia, presente in prima fila seduto a fianco al neosegretario regionale del PD Domenico De Santis, e il sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo D’Arienzo, eletto segretario provinciale del PD di Capitanata. Due espressioni di una classe di sindaci e amministratori compattamente presente ieri sera a Palazzo Dogana.
Bonaccini è stato molto applaudito quando ha rimarcato il profilo con cui intende caratterizzare il PD su lavoro, sanita e scuola.
“Il giorno dopo che divento segretario – ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna – organizzo il lancio di una grande campagna nazionale che ci porti davanti ai bar, ai supermercati, nelle piazze a raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare che istituisca il salario minimo legale perché non è tollerabile che ci siano ancora persone che sono pagate 2, 3, 4 euro all’ora e che lavorino senza tutele”. “Sono andato a Mirafori e ho scoperto che erano 11 anni che non ci andava un segretario nazionale – ha detto il candidato alla segreteria nazionale del PD –, abbiamo cento mille Mirafiori sparse in Italia e voglio dirigenti PD che siano presenti a fianco dei lavoratori. Abbiamo regalato alla destra milioni di voti delle lavoratrici e dei lavoratori con partite IVA, dando l’idea che fossero tutti evasori, quando invece sono molto spesso giovani che non arrivano a fine mese: dobbiamo parlare anche a loro e tutelarli, così come dobbiamo parlare alle buone imprese e parlare di crescita sostenibile, dato che abbiamo visto la decrescita felice produrre solo perdita di posti di lavoro e serrande abbassate”.
Sulla scuola, Bonaccini ha annunciato che, oggi, anche la Giunta regionale dell’Emilia Romagna delibererà di impugnare le previsioni sul dimensionamento scolastico contenute nella Legge di Stabilità 2023 del Governo Meloni, così come hanno già fatto le Regioni Puglia e Campania. “Impugno il provvedimento del Governo e lo porto davanti alla Corte costituzionale – ha detto Bonaccini – perché l’effetto di quelle previsioni determinerà classi pollaio nelle città e soppressioni di classi se non di scuole nei territori più periferici e nelle aree interne, dove invece abbiamo bisogno di investire di più per contrastare lo spopolamento”.
Bonaccini ha anche contestato i tagli alla sanità con cui il nuovo Governo nazionale ha riportato “sotto il 7% del Prodotto interno lordo la spesa sanitaria nazionale, ricacciando l’Italia a essere fanalino di coda della spesa per la salute in Europa, cancellando la lezione del COVID-19 e con in testa il modello della sanità lombarda”. “Sanità lombarda che ha punte di eccellenza internazionali, tra i professionisti e negli ospedali, sarei un coglione a non riconoscerlo; solo che per metà è privata e invece noi abbiamo bisogno di una sanità territoriale pubblica, di investire nell’assistenza domiciliare, di diffondere la telemedicina che cura e assiste a casa propria”, ha aggiunto il candidato alla segreteria nazionale dem, evocando due padri nobili delle culture politiche da cui, nel 2007, nacque il Partito Democratico. “Vengo da una famiglia di militanti iscritti al Partito Comunista Italiano, in casa mia il riferimento si chiamava Enrico Berlinguer – ha ricordato Bonaccini – ma qualche giorno fa, proprio per sottolineare simbolicamente la battaglia che stiamo conducendo contro i tagli alla sanità, sono andato al cimitero di Castelfranco Veneto per portare un mazzo di fiori sulla tomba di Tina Anselmi, prima donna a diventare ministro nella Repubblica italiana, il cui nome non è solo legato alla presidenza della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 ma anche alla legge del 23 dicembre 1978 che ha sostituito le mutue con il servizio sanitario nazionale”.
“Voglio un Partito Democratico – ha concluso Bonaccini – che diventi una forza maggioritaria, un PD che sappia ritrovare il gusto di fare quello che dice, che ritrovi l’orgoglio, che vinca nei territori e domani vinca nel Paese”.