Bari consegna le chiavi della città a Fini
Dal Piccinni alle chiavi della città il passo è stato brevissimo. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricevuto qualche giorno fa le chiavi della città di Bari dove ha partecipato al convegno nel Teatro Piccinni sul tema «Organizzare la giustizia». «Le amministrazioni comunali, a partire da una grande città come Bari -ha detto Fini- hanno la necessità di contare sul rapporto con gli altri livelli istituzionali della Repubblica. Molte città, grandi e piccole, lamentano che il Parlamento è lontano dalle amministrazioni». Ma perché questa scelta del sindaco Emiliano? Una decisione che ha portato con sé uno strascico infinito di polemiche e voci contrarie a quelle che sembrano essere delle strategie politiche trasversali per colpire i piani alti del Governo. Anche se poi sono gli stessi democratici (ma non solo) ad aver criticato aspramente la scelta del primo cittadino barese. Ma poi – la gente si chiede – che cavolo c’entra Fini con Bari? «E’ una autorevole personalità impegnata nella difesa della fedeltà e della legittimità delle Istituzioni» ha detto Emiliano spiegando la sua scelta. «Io sono un magistrato della Repubblica, adesso temporaneamente sindaco di Bari, per cui accogliere la terza carica dello Stato e significare a quest’ultima il grande valore che noi diamo al suo ruolo istituzionale e al Parlamento della
Repubblica è stata una emozione molto forte. Un’emozione che schiaccia facilmente – ha aggiunto – tutte le polemiche politiche di parte, che in questo paese ormai sono abbastanza diffuse in una situazione come questa e sono anche segno di grandissimo provincialismo, ma rimane il senso di aver fatto qualcosa da sindaco della città di Bari che non è fatta solo di elettori del centro sinistra ma più in generale di persone che amano questo paese e le istituzioni che la Costituzione pone al centro della vita politica dell’Italia». E se la cerimonia per la consegna delle chiavi si apre e chiude lì, quello che è successo prima durante e dopo sta avendo ripercussioni sul panorama politico della città, perché c’è chi giura che il sindaco voglia portare Fli dalla sua per una possibile sua candidatura a nuovo presidente della Regione: le reazioni sono state unanimi nel disapprovare la scelta di Fini come personaggio politico a cui consegnare le chiavi, e lo stesso Pd pugliese, di cui Emiliano è il segretario regionale, non è stato dolce con le parole.
LE REAZIONI
E sul «checiazzecca Fini con Bari» lo spiega bene il deputato del Pd Gero Grassi nel suo messaggio pre-consegna. «Non condivido minimamente l’iniziativa del Comune di Bari di concedere le chiavi della Città al presidente della Camera on. Gianfranco Fini. Rispetto l’autonomia del Comune di Bari e rispetto la persona che riceve il riconoscimento. Mi chiedo cosa c’entri Fini con Bari. Leggo la motivazione e resto sconcertato: “Autorevole personalità impegnata nella difesa della fedeltà e della legittimità delle Istituzioni”. Sconcertato perché stessa considerazione si potrebbe fare per tantissime altre persone. Avrei detto lo stesso anche se la persona prescelta fosse stata della mia parte politica – precisa Grassi – non ho pregiudiziali ideologiche, né nulla contro Gianfranco Fini che stimo come presidente della Camera. Non capisco il rapporto tra Bari e Fini, totalmente inesistente. Democraticamente e civilmente manifesto il mio dissenso che non muta il mio giudizio sulle persone e sulle Istituzioni. Essendo stato invitato dal Sindaco di Bari Michele Emiliano a partecipare all’evento, lo ringrazio e rendo pubblica la mia assenza, salutando cordialmente il presidente della Camera on. Gianfranco Fini».
Uno striscione con la scritta «Le chiavi a Fini? Cambiamo la serratura» è stato esposto da un gruppo di studenti di fronte all’ingresso del Municipio a Bari dove era in corso la cerimonia di consegna delle chiavi della città al presidente della Camera Gianfranco Fini. Lo striscione è rimasto esposto per alcuni minuti e poi è stato fatto rimuovere da agenti di polizia. L’iniziativa dello striscione è stata del sindacato studentesco universitario Link Bari, che in una nota definisce Fini «un personaggio politico responsabile della mattanza di Genova nel 2001, promotore della Bossi-Fini, una legge razzista e xenofoba, corresponsabile dei tagli all’Università e alla Scuola pubblica con la legge 133/08, sostenitore in prima battuta del lodo Alfano, legge illegittima secondo la Corte Costituzionale. Noi studenti universitari e medi – aggiunge Link – diciamo con forza al sindaco Emiliano che non vogliamo che le chiavi della città siano un passe-partout per un teatrino della politica populista. Non vogliamo che la nostra città si trasformi in una vetrina per chi sfrutta il momento per ripulirsi di un passato ricco di contraddizioni. La stessa città premiata con la Medaglia d’Oro al Valor Civile, per gli incredibili sforzi fatti da uomini e donne che hanno contrastato i regimi nazi-fascisti, non deve oggi premiare un politico per la sua ‘apologia delle istituzioni quando ieri era condannabile per apologia di reato».
A rincarare la dose è anche l’onorevole barese del Pd Dario Ginefra: «A sorprendermi – ha commentato – è stata la tempistica della scelta di Emiliano. Questo riconoscimento arriva proprio nel momento in cui Fini e il suo nuovo partito stanno trattando con Berlusconi l’approvazione del Lodo Alfano: già quando sedevo in consiglio comunale contestai la modalità di attribuzione delle chiavi della città ma pare che la scelta sia affidata alla esclusiva sensibilità del primo cittadino che, dopo aver premiato con la stessa onorificenza il portiere del Bari Gillet e l’ex cestista Meneghin ha pensato a Fini. Più che di chiavi si può parlare ormai di passe-partout della città».
Ma ci sono anche le voci fuori dal coro, quelle cattedrali nel deserto che rispondono al nome di
fedelissimi. «E’ una scelta di carattere istituzionale e non politico» ha detto l’assessore Gianni Giannini. «Non sono preoccupato che Fini riceva le chiavi della città, piuttosto mi spaventa un accordo politico con il suo partito – spiega il capogruppo dei democratici in consiglio regionale Antonio Decaro – se i miei colleghi del Pd turba che Fini venga in possesso delle chiavi della città chiedano al sindaco di cambiare la serratura». Ma Michele Emiliano è stato chiaro. «Questa è una faccenda di carattere istituzionale – ha detto – una prerogativa del sindaco che non riguarda i partiti. Su questo tema non è ammissibile la polemica politica».