Bari, in manette affiliati al clan Diomede
La Polizia di Stato ha arrestato quattro presunti componenti del clan Diomede di Bari, ritenuti dediti alle estorsioni nei confronti di commercianti nel quartiere Carrassi. Una quinta persona è irreperibile. L’operazione giunge al termine di un’attività investigativa, avviata a ottobre, a seguito di segnalazioni dell’Associazione antiracket di Bari. Le indagini della Squadra Mobile hanno documentato – secondo l’accusa – che i cinque destinatari della misura cautelare hanno compiuto, a vario titolo, i reati di estorsione aggravata e la violazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno.
Il gruppo di estorsori arrestato stamani dalla polizia taglieggiava di continuo – secondo la Dda di Bari – i commercianti del quartiere Carrassi, compresi quelli del mercato di Santa Scolastica, imponendo loro il pagamento del ‘pizzo’, 100 euro a settimana, e le forniture settimanali di carne e pesce, di cesti natalizi, di catering gratuiti in occasione dell’inaugurazione di un centro scommesse di famiglia e la fornitura di complementi di arredo. Gli arrestati sono Francesco Diomede, di 46 anni, ritenuto a capo dell’omonimo clan, Cosimo Zaccaro, di 24, Giovanni Sedicina, di 34, e Domenico Siciliani, di 46, padre di Danilo, quest’ultimo in carcere per di Cristian Midio, il 21enne ammazzato a Bari il 3 novembre 2015. Un quinto uomo destinatario della misura cautelativa è irreperibile. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di estorsione con l’aggravante dell’aver favorito un’associazione mafiosa e di violazione della sorveglianza speciale. Le indagini, partite nell’ottobre scorso, si sono avvalse delle dichiarazioni fatte dal presunto mandante dell’omicidio Midio, Giuseppe Simeone, oggi collaboratore di giustizia. L’operazione è stata coordinata dal sostituto procuratore antimafia Roberto Rossi, che ha chiesto ed ottenuto dal gip Francesco Agnino l’emissione delle misure cautelari in carcere.