Basilicata, dopo la sanità, il centrodestra affossa anche la scuola
Più armi e meno diritto allo studio: la linea politica del centrodestra nazionale e regionale è chiara e fatale per la nostra terra.
La legge di bilancio proposta dal governo Meloni, tra le altre storture, prevede un forte dimensionamento scolastico. E, udite e udite, in termini percentuali è proprio la Basilicata, governata dallo stesso centrodestra, a essere la regione più sacrificata.
Con l’avallo del generale Bardi e del suo disomogeneo seguito, la Basilicata rischia di perdere 26 istituti, 16 nella provincia di Potenza.
Un taglio netto e rovinoso che comporterà la forte riduzione dei servizi di segreteria, dei DSGA, del personale ATA e di tutti i servizi aggregati: un taglio che si traduce in ulteriore indebolimento dei servizi offerti dal e al nostro territorio. Con la colpevole inerzia del centrodestra al governo, la nostra Basilicata sembra destinata all’estinzione. Non possiamo assistere allo smantellamento di tutti i servizi primari della nostra regione: prima la sanità, ora la scuola.
La politica non può abdicare al proprio ruolo, non può accettare supinamente diktat romani, ma deve assumere la responsabilità di governare il proprio territorio, garantendo alla comunità che lo popola tutti i diritti tutelati dalla nostra Costituzione, tra cui, appunto, l’istruzione.
Pertanto, opponendosi al silenzio della giunta Bardi, il presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano, ha indetto un consiglio provinciale aperto proprio sul tema del dimensionamento scolastico. Un consiglio provinciale assai partecipato, finalizzato all’ascolto e al coinvolgimento di numerosi esponenti del mondo della scuola e sindacale. Un consiglio da cui è emersa con nettezza la volontà di opporsi al decreto interministeriale e di sollecitare la Regione affinché avversi il decreto e non svenda del tutto il territorio lucano