Basilicata esclusa dal programma degli interventi di restauro del Ministero ai Beni Culturali
“Prendiamo atto che il Governo Renzi, attraverso il programma di nuovi interventi di restauro al Sud finanziato dal Ministero ai Beni Culturali, ha escluso la Basilicata e con essa la Città di Matera e il Materano, nonostante il nostro patrimonio culturale, artistico, storico-monumentale necessita di lavori urgenti persino per la messa in sicurezza”. E’ quanto sostiene il dirigente regionale di IdV nonché assessore provinciale di Matera Michele Grieco. “E’ questo – aggiunge – un segnale fortemente negativo perché mentre si stanno intensificando gli sforzi a sostegno della candidatura di Matera (forse è il caso di ricordarlo al neo ministro “patrimonio Unesco”) Capitale Europea della Cultura 2019, che richiede soprattutto finanziamenti statali per attuare progetti di restauro, il Ministro Franceschini ha individuato 46 interventi da realizzare in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia per una spesa di ben 135 milioni di euro, senza tenere conto che i Sassi di Matera, le aree archeologiche di Metapontum ed Heraclea, proprio come accade a Pompei, sono minacciati dal degrado. Se dunque il precedente ministro Bray del Governo Letta, per la verità, aveva provato ad invertire la rotta per ciò che riguarda la politica dei Beni Culturali rispetto a quanto fatto da coloro che lo avevano preceduto, cioè a passare dai tagli indiscriminati dei fondi ad una ripresa oculata degli investimenti, la prima uscita del nuovo Governo – sottolinea Grieco – non si può considerare positiva perché di fatto non tiene conto delle grandi emergenze di cui abbiamo bisogno in Basilicata. Anzi ci amareggia profondamente perché quando c’è da prendere (petrolio) non si fanno distinzioni tra categorie di Regioni (Obiettivo Convergenza o Obiettivonuno)”.
“L’Italia dei Valori – evidenzia il dirigente materano – ha proposto nei mesi scorsi una manovra economica e finanziaria alternativa a quella dell’allora governo Letta, una manovra da cento miliardi (lo “Sblocca-Lavoro”) in grado di salvaguardare le fasce deboli della popolazione e le piccole e medie imprese sane ed efficienti, colpendo invece i grandi evasori, la corruzione, la mafie, gli sprechi e i privilegi a cominciare da quelli della politica. Forse non tutti sanno che, nel nostro Paese, l’evasione fiscale ammonta a 120 miliardi di euro, la corruzione incide per 60 miliardi (il 4% del PIL!) e l’ammontare dei beni definitivamente confiscati alle mafie, ma mai utilizzati (e non si capisce perché), è di circa 80 miliardi di euro, di cui 2 in Titoli di Stato immediatamente liquidabili. Se solo una parte di queste risorse fosse recuperata e destinata al rilancio delle attività culturali, ne conseguirebbe l’avviarsi di un circolo virtuoso in grado di accelerare la ripresa economica. Qualsiasi azione politica che promuova la salvaguardia dei nostri Beni e la loro valorizzazione attenta ed intelligente promuove e migliora automaticamente anche i flussi turistici interni ed internazionali, con le conseguenti ricadute positive su tutto l’indotto economico ad essi collegato. In primo luogo – afferma Grieco – è l’attrazione di visitatori italiani e stranieri a trarne benefici diretti. Quello del riconoscimento e della valorizzazione di tutte le competenze professionali coinvolte a vario titolo nella gestione complessiva del patrimonio culturale italiano è un altro dei punti fondamentali dell’impegno di IdV. Da molto tempo archivisti, bibliotecari, archeologi, operatori museali, guide turistiche, storici dell’arte e altri addetti ai lavori (in gran parte giovani di talento e di grande competenza), sulla cui formazione si investe anche a Matera con la Scuola universitaria di specializzazione, sono in attesa di un riconoscimento giuridico che li legittimi in qualità di Operatori Culturali e li autorizzi ad un impiego pieno e qualificato, sottraendoli al precariato e alla sotto-utilizzazione, e adeguando al tempo stesso le rispettive figure professionali agli standard europei. Io spero che il nuovo governo sappia farsene carico, e possa ridare fiducia e speranza a questi professionisti della cultura”.