Basilicata, la nota di Braia e Polese IV sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali di operatori privati ‘accreditati’
“Mentre il presidente azzera la Giunta dopo mesi di crisi, la Sanità lucana sempre più provata si blocca e la comunità ne paga le spese. Alla grave crisi della Sanità pubblica si aggiungerà da domani anche la paralisi di quella privata. Annunciato il blocco, infatti, se la Regione Basilicata non pagherà gli 11 milioni di euro per le maggiori attività svolte, nell’annualità pandemica 2021. A causa dello stop alle attività diagnostiche e specialistiche e dello stallo della sanità pubblica, se adesso i cittadini e le cittadine lucane non potranno usufruire nemmeno del privato, la paralisi per la nostra regione sarà veramente completa. Cresceranno ancora le liste di attesa e a dismisura le spese per prestazioni extra regionali, così come i costi per ogni persona che ha diritto alle cure schizzeranno alle stelle. Bardi e Leone (se ancora in carica) intervengano immediatamente per scongiurare questo scenario allucinante. Nessuna risposta, al momento, alla nota diffusa”.
Lo dichiarano il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia e il vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Polese che aggiungono: “Dopo l’audizione di giovedì scorso nella Seconda commissione (il cui presidente è lo stesso Luca Braia) dal momento che la Quarta commissione Sanità non si riunisce da mesi per la crisi politica della maggioranza che vede praticamente in sciopero bianco il collega consigliere Zullino, è stata inviata da Italia Viva una lettera di richiesta intervento sul tema delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate da operatori privati ‘accreditati’ al presidente Bardi e all’assessore Leone. Evidentemente devono essere troppo impegnati sull’asse Roma – Napoli negli incontri con Meloni, Salvini e Tajani per dimenticare che c’è una regione da guidare e magari una sanità da salvare”.
“In audizione – sottolineano Braia e Polese – il rappresentante dell’Associazione ‘Sanità Futura’, in merito alle prestazioni aggiuntive effettuate nel 2021 da aziende in regime di accreditamento, ha denunciato il ritardo di una decisione amministrativa. Si doveva superare la sentenza del Consiglio di Stato che ha neutralizzato gli effetti della Dgr dei tetti di spesa e quindi pagare l’imponente mole di prestazioni ‘extra’ eseguite durante l’emergenza pandemica da parte del servizio sanitario regionale. Ora si deve evitare il collasso del settore sanitario privato che negli anni 2020 e 2021 ha praticamente supportato e sostituito quello pubblico – già paralizzato – per cure ed esami non procrastinabili da parte dei cittadini-utenti, che si sono rivolti comprensibilmente ai privati in via suppletiva.
Sanità Futura ha denunciato che, con il residuo spirito di collaborazione rimasto, nel superiore interesse pubblico, la sanità privata accreditata ha assolto e sta assolvendo a una rilevantissima funzione ausiliaria e suppletiva delle inevitabili difficoltà in cui versano le strutture pubbliche. Addossandosi, per conseguenza, una grossa quota di costi per prestazioni ambulatoriali che queste non riescono ad erogare. Le aziende interessate giustamente chiedono il pagamento delle prestazioni erogate nel 2021. Una atavica questione che si aggiunge alle soglie relative ai “tetti di spesa” per cui potrebbe venire in aiuto proprio la recente pronuncia del Consiglio di Stato”.
“In una logica di ‘sistema pubblico’, fatto di strutture accreditate private e pubbliche, sarebbe opportuno operare una rimodulazione delle risorse finanziarie disponibili per garantire il pagamento delle prestazioni aggiuntive a coloro che, effettivamente, le erogano e non mantenere le stesse inutilizzate, anche in presenza di una esplicita disposizione normativa stabilita dal ‘decreto Draghi – sostegni bis’.
Con la nostra nota, a cui non è pervenuta risposta – ma che ci auguriamo possa sortire gli effetti sperati – continuiamo a sollecitare a gran voce che la Giunta Regionale vagli attentamente e immediatamente convochi un tavolo. Si faccia ogni sforzo politico-amministrativo possibile per fornire un’adeguata risposta alla sanità privata come a quella pubblica, senza invece aggiungere ulteriori effetti negativi sullo stato psicofisico dei cittadini lucani, affinché siano salvate le 62 strutture interessate dai mancati pagamenti, scongiurando così il blocco delle prestazioni annunciato a decorrere da domani, martedì 2 marzo”, concludono i due esponenti regionali di Italia Viva, Braia e Polese.