Basilicata, l’Ugl ‘detta’ idee e proposte per ripartire
“Dare al sud linfa vitale per uno sforzo straordinario se l’Europa vuole speranza. La speranza è il sud che deve essere al centro delle scelte e politiche industriali future. I problemi d’Italia si risolvono se si risolvono i problemi del sud. Oggi ci vuole flessibilità, le regole scritte vanno cambiate, in Basilicata regna una sovrabbondanza della disoccupazione, la politica non può essere esonerata dalla responsabilità che ormai siamo giunti ad un punto di non ritorno, vanno fatte ed applicate politiche costruttive per il sud”. E’ quanto dichiarano i segretari lucani dell’Ugl, Giovanni Tancredi, Donato Russo e Pino Giordano presenti alla Conferenza Programmatica Nazionale dell’Ugl in corso a Roma.
“Per la Basilicata è necessario il ritorno dei contratti di formazione con politiche speciali e straordinarie di finanziamento. E’ indispensabile che le royalty sul petrolio vengano utilizzate con criteri nuovi, investendo sul lavoro e per uno sano sviluppo. Rintracciare fondi Europei e impegnarli su infrastrutture, altrimenti la Regione resta con l’incompatibilità dei programmi comunitari. Guardare le scadenze delle risorse economico/finanziarie disponibili programmati per il 2012/2020, sarà il compito di una buona governance politica della regione. L’Ugl Basilicata – proseguono i segretari – metterà in campo ogni possibile iniziativa affinché sul territorio si freni e scongiuri la totale desertificazione industriale. La Basilicata deve riscattarsi, può farcela se la politica lo acconsente, non deve essere più terra di sfruttamento e da decolonizzare. E’ divenuto improrogabile intervenire sui servizi, infrastrutture, ferrovie, aeroporto, strade idonee per collegare la Basilicata con i territori limitrofi. Siamo una regione che ha forti potenzialità sul petrolio, agricoltura, acqua, ambiente ma tutto il sud è in ritardo per colpa dell’incapacità di una classe dirigente che non ha saputo cogliere momenti e occasioni importanti. Tutti, come il trattato di Basilea2 ci insegna – concludono Giordano, Russo e Tancredi -, siamo responsabili di un mancato sviluppo che andava garantito per la crescita felice appropriato da idee e proposte.”