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Basilicata, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania e Calabria bocciate dall’undicesima edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del Crea sanità

C’è anche la Basilicata, con Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania e Calabria tra le 6 regioni italiane “bocciate” dall’undicesima edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del Crea sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità. Il rapporto definisce le politiche sanitarie e sociali, con la finalità di promuovere miglioramenti nelle opportunità di tutela socio-sanitaria offerte. L’indice generato dalla Basilicata è del 30%, con la soglia massima raggiungibile del 100%, avanti solo alla Calabria, che chiude la graduatoria italiana capeggiata dal Veneto (59%).
La valutazione tiene conto del monitoraggio di oltre 100 esperti raggruppati in istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale, che hanno ideato un sistema di studio degli effetti dell’autonomia differenziata per verificare se con essa non si generino arretramenti regionali. I parametri presi in considerazione sono 6: appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione (a loro volta divisi in 18 indicatori) secondo la nuova impostazione di ammodernamento dell’assistenza che punta sul territorio e sulla domiciliarità, come prescritto dal Pnrr e dal Decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza territoriale e che si affianca al Nuovo sistema di garanzia per il controllo dei livelli essenziali di assistenza. Nel dettaglio, per la Basilicata, sui 18 indicatori solo 4 si presentano con un colore ‘verde’, ossia con un tasso migliore della media nazionale, e riguardano la spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata, la quota di persone deboli o a rischio con interventi per l’integrazione sociale, il tasso di difficoltà all’accesso ad alcuni servizi e il tasso di anziani trattati in assistenza domiciliare.

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