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Basilicata unica regione d’Italia ad aver avviato lo screening per individuare le persone affette dal virus C

“La Regione Basilicata è, in questo momento, l’unica in Italia ad aver avviato in modo sistematico e diffuso in tutto il territorio, attraverso i medici di medicina generale, uno screening a tappeto per individuare le persone affette dal virus C”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, intervenuto alla Tavola rotonda sul tema “Alleanza contro le epatiti fase II: cronoprogramma e modalità operative pro screening HCV. Focus on Regioni Puglia e Basilicata” promosso dalle Società Scientifiche AISF e SIMIT, e dall’Associazione pazienti EpaC Onlus, riunite sotto la sigla ACE – Alleanza contro le Epatiti.

Nel corso del suo intervento l’assessore ha inoltre aggiunto che il governo regionale ha anche ampliato la platea degli utenti soggetti a screening che prima riguardava la fascia di fascia di età 69-89 anni. “La campagna che abbiamo voluto, invece, interesserà 300 mila lucani: si parte dalla classe 1940 e si arriva ai nati nel 1989. L’allargamento della corte, che ha richiesto ovviamente un ulteriore investimento economico, ci consentirà di individuare il virus anche fra le persone più giovani consapevoli come siamo che quando compaiono i sintomi il virus si è ormai cronicizzato nella maggior parte dei casi. Ecco perché abbiamo deciso di allargare lo screening con il prezioso coinvolgimento dei medici di medicina generale che rappresentano sempre il fondamentale presidio per la medicina territoriale. Con loro abbiamo siglato un accordo specifico. In questi giorni stiamo consegnando i kit per la campagna a tappeto per individuare precocemente le persone affette dal virus C. I soggetti positivi saranno inviati dall’epatologo per iniziare l’iter diagnostico e eventualmente terapeutico.”.

“Pertanto la Basilicata, sul fronte della campagna, è molto presente con investimenti specifici e mirati dando un servizio importante alla comunità sapendo che la presenza del virus C può essere molto invalidante. E sappiamo bene che – ha concluso Leone – arrivare in tempo alla individuazione della malattia può salvare tante vite umane”.

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