La battaglia contro il Patto di Stabilità si gioca su più tavoli anche per far fronte a 15 milioni di pignoramenti
Ci sarà pure un motivo se i destini della prossima Commissione europea sono legati alla ‘riforma’ del Patto di stabilità e, con essi, al presidente della Commissione che accetterà di gestirla. Non dimentichiamo che meno di un mese fa abbiamo votato per il nuovo Parlamento Europeo e quindi per una nuova idea d’Europa. Condivido in proposito le affermazioni dell’europarlamentare Gianni Pittella per una maggiore flessibilità del Patto di Stabilità, in modo da garantire maggiore ricchezza, crescita e creazione posti di lavoro. Dunque la battaglia ingaggiata dal Governatore Marcello Pittella si gioca su più tavoli, compreso quello di Bruxelles dove con l’impegno di tutti gli europarlamentari dei due più grandi gruppi (Pse e Ppe) deve essere concessa la possibilità di scorporare alcuni investimenti pubblici dal conteggio del 3% nel rapporto deficit/Pil proprio per rispettare la volontà di quei Paesi, come l’Italia, che ne hanno fatto un punto fermo per il consenso a qualsiasi nomina alla guida della nuova Commissione Ue. Nel confronto con il Governo italiano, invece, si deve ricordare che quando era sindaco Renzi lo chiamava Patto di Stupidità; ora per coerenza e serietà deve fare qualcosa, invece dei nuovi tagli che ha varato il suo Governo che mettono ancora più in ginocchio gli enti locali. Per il momento il verso non è cambiato per nulla al punto che siamo ad uno spettacolo “subdolo e curioso” quello cui ci tocca assistere a seguito della procedura di infrazione da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto della normativa sui tempi di pagamento della Pa alle imprese. E’ purtroppo incontrovertibile che la Pa non paga ne’ in 30 nè in 60 giorni con le conseguenze ben note a chiunque è fornitore di una Pubblica Amministrazione. E non sfugga che nella lista del fabbisogno finanziario della Regione per tutto il 2014, presentata dal Presidente Pittella per spiegare il ddl sulle royalties fuori dal Patto, ci sono anche 15 milioni di euro di pignoramenti effettuato da creditori, vale a dire operatori economici e cittadini che sono stati costretti a pignorare beni ed immobili della Regione per far valere i propri diritti, proprio come accade nel contenzioso tra privati. La vergogna è consolidata !
Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani