Bibliomediateca Potenza, i consiglieri Leggieri e Carlucci chiedono “info” sui tempi di riapertura
“Sembra una scena del teatro di Beckett e, invece, autori e attori sono tutti lucani. Il set è la bibliomediateca provinciale, ossia il polo culturale integrato di Potenza, sito in via Maestri del Lavoro, rione Santa Maria. Il 16 ottobre dell’ormai lontano 2017 è stata firmata l’intesa per la costituzione della sede unica delle biblioteche nazionale e provinciale di Potenza; un’intesa firmata tra MiBACT, Regione Basilicata e Provincia di Potenza”.
Così i consiglieri regionali del M5s, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci che aggiungono: “L’edificio, costato all’ente provinciale circa 6,5 milioni di euro, raccoglierebbe il patrimonio bibliotecario del territorio lucano, con oltre trecentomila volumi, si comporrebbe di nove piani e ospiterebbe sale per la lettura, una mediateca, un’emeroteca virtuale, sale speciali per la conservazione di testi antichi e aree di ristoro, insomma, un piccolo gioiellino incastonato proprio nei pressi del polo universitario di Macchia Romana”.
“Eppure – dicono – in questo caso l’uso del condizionale è d’obbligo: sebbene tutto, infatti, sembri essere pronto per l’apertura al pubblico, non solo gli utenti non possono ancora usufruirne, ma da un anno a questa parte patiscono il forte disagio di non poter consultare e richiedere in prestito il materiale custodito al suo interno. Il 13 ottobre del 2018 la bibliomediateca è stata eccezionalmente aperta al pubblico, in occasione delle giornate del Fai d’autunno; il 27 giugno del 2019 la nuova direttrice della Biblioteca nazionale, Anna Maria Pilogallo, annunciava che la sede del polo culturale integrato sarebbe stata consegnata a luglio. La realtà, nostro malgrado, è un’altra: al di là dei proclami e degli annunci, ad oggi, a tre anni dalla sottoscrizione dell’intesa, la struttura risulta essere inaccessibile, così come tutto il suo patrimonio librario. Così, studenti, dottorandi, ricercatori e professori attendono da un anno di poter fruire dei testi contenuti all’interno della biblioteca pubblica: in alternativa, chi può li acquista privatamente o chiede prestiti fuori regione (pagando di tasca propria eventuali spostamenti per la consultazione del materiale) e chi non può aspetta, aspetta e aspetta ancora”.
“Siamo, dunque, costretti ad accertare un triste paradosso: nell’anno di Matera capitale europea della cultura 2019, delle grandi celebrazioni dell’inestimabile valore della conoscenza e della cultura, tra l’esibizione di una banda e l’altra – proseguono – la ‘casa della cultura’ del capoluogo di regione non ha ancora aperto le sue porte. Inevitabile la domanda ‘di quale cultura stiamo parlando’? L’auspicio è che, spenti i riflettori su ‘Matera 2019’, tagliati i nastri e acquisiti i proclami di turno, l’allora presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi così si esprimeva ‘con la stipula d’intesa sperimentiamo una forma innovativa di gestione dei servizi pubblici e consegniamo alla città la casa della cultura del territorio, moderna ed all’avanguardia’ − gli utenti possano realmente usufruire di questo spazio pubblico”.
“Abbiamo appreso – concludono Leggieri e Carlucci – che tutto è pronto, i libri sono stati trasferiti e il personale pure: cosa manca? Per ottenere risposta e darne ai cittadini, procederemo con una interrogazione formale”.