Bilancio di sostenibilità: leva per accrescere reputazione, valore economico e sociale
Il successo di un’impresa è sempre più legato non solo alla creazione di valore economico e di profitto, ma determinato anche dalla capacità di preservare e possibilmente creare valore per le persone e per l’ambiente circostante. Ed è per questo che investire nei parametri cosiddetti ESG – Environmental, Social, and Governance (Ambientali, Sociali e di Governance) – offre vantaggi in termini di reputazione, riduzione del rischio, ritorno economico e anche accesso al credito. Scatterà dal 1 gennaio 2025 per le grandi imprese, e dal 1 gennaio 2026 per quelle piccole e medie quotate, l’obbligo di predisporre il bilancio ESG, che fotografi la sostenibilità ambientale, ma anche sociale e di governance della propria attività economica. Un elemento questo che, al pari dei dati di bilancio, sarà valutato non solo da clienti, fornitori e partner, ma anche ai fini del rating assegnato dalle banche.
Si è parlato di questo nel forum organizzato da Confindustria Basilicata in collaborazione con UniCredit dal titolo “La sfida della sostenibilità” che si è svolto nel pomeriggio presso la sede di Potenza della confederazione degli industriali lucani.
La programmazione strategica delle aziende – ha spiegato il vicepresidente di Confindustria Basilicata, Francesco D’Alema in apertura dei lavori – è sempre più orientata verso gli obiettivi della sostenibilità a conferma di una consapevolezza sempre più matura di quanto l’implementazione di processi virtuosi sia importante ai fini della competitività e della crescita.
L’incontro è stato introdotto dall’intervento di Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit.
Sono seguite le relazioni di Guido Ferrari Bravo, evolution guide di Nativa, sul tema “La sostenibilità come volano per la crescita” e di Sergio Dimitri, ESG expert UniCredit, e Salvatore Saulino, responsabile corporate Sud UniCredit, che si è soffermato su “Il ruolo di UniCredit e gli strumenti finanziari per il supporto alla sostenibilità”.
Il forum è proseguito con una tavola rotonda sul tema “Best practice e azioni concrete per lo sviluppo di soluzioni sostenibili” nella quale sono state illustrate le buone prassi di alcune aziende associate, rappresentate da Luciana De Fino di Spix Italia e Nicola Rubolino, presidente di Cosmet. Sono poi intervenuti Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit, Alfonso M.F. Andretta, amministratore unico Acquedotto Lucano e Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata.
La tavola rotonda è stata moderata da Angelo Santo Truncellito, senior manager acquisition area corporate Puglia Centro e Basilicata di UniCredit.
Come ha spiegato il presidente Somma nel suo intervento, “Confindustria è fortemente impegnata a tutti i livelli, per favorire l’affermazione di una cultura della sostenibilità che non sia il frutto di un orientamento meramente ideologico ma che segua un approccio pragmatico. Anche sul territorio stiamo portando avanti una serie di attività di sensibilizzazione e supporto alle imprese. Non sempre, infatti, le aziende, e in particolare le PMI, hanno le competenze e le informazioni necessarie per intraprendere un percorso diventato ormai ineludibile. Va in questa direzione l’accordo siglato con ENI, volto a promuovere tra gli associati, i servizi e le opportunità della piattaforma digitale “Open-Es”, con l’obiettivo di assistere le imprese nel loro percorso di valutazione e miglioramento delle performance ESG mediante un approccio condiviso, basato su metriche standard e versatili a copertura di tutti i settori e modelli di business”.
Il regional manager Sud UniCredit, Natali, ha aggiunto: “In linea con la nostra ambizione di essere la banca per il futuro dell’Europa, le tematiche di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) sono una parte fondamentale della nostra cultura e della nostra mentalità. Esse guidano e ispirano ogni decisione che prendiamo e tutte le azioni che intraprendiamo. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato UniCredit per l’Italia che stanzia 10 miliardi di euro dedicati alle PMI, con un 40% destinato al Sud con uno specifico riferimento a supporto degli investimenti per i processi di adeguamento tecnologico e digitale e della trasformazione in ottica sostenibile e in linea con le direttive europee sulla transizione green, tramite strumenti finanziari diversificati, con utilizzo dei più vantaggiosi schemi di garanzia”.