Bilancio in “verde” per Acquedotto Lucano nel report sulla sostenibilità di Utilitalia
“Quasi 85 milioni di euro di valore generato, di cui 78 distribuiti agli stakeholder; 238 mila parametri chimici e 42 mila parametri microbiologici controllati per garantire la qualità dell’acqua; oltre 36 milioni di metri cubi di acqua depurata; 173 mila risposte al call center; 286.570 utenti”. Questa . si legge in una nota aziendale – la fotografia del bilancio ‘verde’ di Acquedotto Lucano contenuta nel Primo rapporto di sostenibilità delle aziende associate ‘Misurarsi per migliorarsi’, lanciato da Utilitalia (la Federazione che riunisce quelle aziende, che si occupano di acqua ambiente e energia), curato con la collaborazione della Fondazione Utilitatis, e presentato oggi a Roma in occasione dell’Assemblea generale delle Federazione che si terrà nella seconda parte della giornata. Promozione delle buone pratiche, crescita infrastrutturale, innovazione e ricerca, sviluppo sostenibile. Sono questi i capisaldi presi in considerazione dal report delle aziende dei servizi pubblici – grazie a un’analisi che ha censito 300 indicatori (economico-finanziari, tecnici, commerciali e di governance, entrando anche nello specifico dei comparti acqua, energia e rifiuti) ed è stata effettuata tra giugno e settembre su 127 aziende che complessivamente rappresentano l’88% dei lavoratori del sistema – e che raccontano come il comparto industriale sia “finanziariamente sano”, capace di generare investimenti per oltre 3 miliardi di euro e utili per oltre 1,5 miliardi. Le utility si caratterizzano per l’impiego di forza lavoro quasi esclusivamente a tempo indeterminato (oltre il 97%), con attività di formazione e potenziamento delle competenze che coinvolge l’82% dei lavoratori totali. Il report guarda ai settori di acqua, ambiente e energia tenendo in considerazione i 17 obiettivi sullo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Da qui alle politiche e alle scelte messe in campo per la sostenibilità economica, sociale e ambientale, come per esempio l’impegno verso la decarbonizzazione, la mitigazione delle emissioni climalteranti, le iniziative di adattamento, il contrasto alla povertà e le azioni di inclusione sociale, il contributo allo sviluppo dell’economia circolare, la lotta agli sprechi e la salvaguardia delle risorse idriche. Obiettivo del report è offrire un quadro della responsabilità economica, ambientale e sociale del comparto e misurare il valore aggiunto prodotto per lavoratori, azionisti, investitori, clienti, territori e istituzioni. “L’innovazione tecnologica e la gestione sostenibile come creazione di valore e di opportunità di sviluppo delle attività sono i temi centrali del Programma di efficientamento gestionale ed energetico delle reti e degli impianti di Acquedotto Lucano”, spiega l’amministratore unico Marchese. “Il piano consentirebbe di ridurre i consumi di energia dagli attuali 133 ad 80 gigawatt l’anno – prosegue Marchese -, con un risparmio che, in termini economici, varrebbe oltre sei milioni di euro l’anno nonché benefici per l’ambiente: le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, infatti, si abbatterebbero di 16 milioni di chili l’anno. L’impegno della Società si è concretizzato in un Piano del valore complessivo di 50 milioni di euro, i cui programmi di investimenti trovano copertura nel PO-FESR 2014-2020, nell’FSC 2014-2020 e nel Piano Operativo del Ministero dell’Ambiente”. “La nostra azienda, insieme ad Utilitalia – conclude Marchese – oltre a fornire un contributo misurando il grado di performance, intende promuovere la rendicontazione non finanziaria all’interno del suo sistema associativo, cioè la comunicazione di informazioni su sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, catena di fornitura, gestione delle diversità e gestione dei rischi”. Secondo il report di Utilitalia è diffusa tra le aziende la rendicontazione non finanziaria: 34 i bilanci di sostenibilità, corrispondenti al 76% del valore della produzione rappresentata. Nel 94% dei casi, il bilancio di sostenibilità viene approvato dal Cda o da altri organi amministrativi, e nel 76% dei casi presentato all’assemblea dei soci.