A Bitonto la cerimonia conclusiva della XVI edizione del premio Nazionale di Medicina e Psicologia ‘Santi Medici’
Si è svolto a Bitonto, sabato 30 aprile, la cerimonia conclusiva della XVI Edizione del Premio Nazionale di Medicina e Psicologia Santi Medici. Nel corso della cerimonia sono assegnate borse di studio tra le quali una dedicata ad Emma Francavilla, tesoriera dell’Ordine degli Psicologi della Puglia scomparsa prematuramente all’età di 32 anni.
Un premio fortemente voluto, nel 1976, dal Vescovo di Bitonto Aurelio Marena con due intenti: far conoscere meglio la figura dei Santi Medici Cosma e Damiano, medici anargiri che espletavano la loro funzione di medici gratuitamente e per incentivare l’innovazione scientifica con una attenzione particolare ai più giovani. Il Premio, che in origine era indirizzato a neolaureati in medicina, da due anni coinvolge anche gli psicologi. Psicologia e medicina sono due discipline che devono operare simultaneamente, un orientamento sempre più diffuso per offrire una cura completa che riguardi l’aspetto fisico e l’aspetto psicologico del malato. “La medicina – dice Don Vito Piccinonna, Presidente della Fondazione Onlus Opera Santi Medici – oggi più che mai, non deve perdere di vista la persona, deve essere una medicina umanizzata e umanizzante che mette al centro l’ammalato e chi gli è vicino”.
“Alimentazione: dai disturbi del comportamento alla prevenzione” è stato il tema dell’edizione 2017 del Premio Santi Medici. “Eventi come il Premio Santi Medici, sono un’occasione di confronto e di realizzazione della multidisciplinarietà – afferma il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia Antonio Di Gioia – per sottolineare l’importanza della prevenzione che deve coinvolgere le famiglie, gli insegnanti, gli educatori, tutti coloro che possono contribuire a ridurre la comparsa e l’aumento delle patologie legate ai disturbi alimentari”.
“Il disturbo dell’alimentazione – ha detto Anna Mascellani docente dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia – è la punta di un iceberg che ha a che fare con tutta la famiglia. Ed è tutta la famiglia che deve essere presa in cura. E’ un dolore che riguarda tutti i membri familiari. Va aiutata tutta la famiglia anche perché non si può immaginare che esista un genitore che sta bene quando ha un figlio che sta male”.