Bomba in piazza Ariosto a Lecce
Gravissimo episodio di cronaca a Lecce. Una bomba è esplosa in piazza Ariosto, nei pressi di una delle due saracinesche che si affacciano sulla piazza del “FruttAngolo”, l’attività, presumibilmente, presa di mira. Il fragore è stato talmente violento da essere avvertito, in modo nitido, persino da alcuni residenti del rione San Guido. Molta gente si è riversata subito in strada, e più di qualcuno è stato svegliato di soprassalto. Erano le 23,30 e, fortunatamente, non ci sono stati feriti. Un intero palazzo s’è svuotato. “Ha tremato, eccome se ha tremato”, dice una donna, con gli occhi sbarrati dalla paura. Sul marciapiede, i vetri esplosi da una finestra che si affaccia in strada dal primo piano. E’ quella del pianerottolo del civico 5 di piazza Ariosto, angolo via D’Annunzio. I titolari del “FruttAngolo” sono definiti dalla gente come “grandi lavoratori e brava gente”. L’attività è intestata ad uno dei due, Pierpaolo Calò, residente a Castromediano. Scosso, di fronte alle domande incalzanti degli investigatori; non è semplice stabilire l’entità dell’ordigno esplosivo: si pensa a una bomba di media potenza. Un spicchio di muro, addirittura, è saltato in aria, qualche auto parcheggiata è rimasta danneggiata. Ma, dentro, i danni sono ridotti al minimo. Dietro alla saracinesca, altri vetri infranti, e quando polizia, carabinieri e vigili del fuoco la sollevano, dal locale esce una nuvola di fumo grigio che si disperde in volute, sinistramente illuminate da fiochi lampioni. Ipotesi più plausibile il racket, anche se non sempre è la pista giusta, e saranno comunque le indagini della squadra mobile a chiarire, eventualmente, tutta la faccenda. Scientifica ed artificieri sono già al lavoro. Il locale è dotato di telecamere a circuito chiuso, puntate verso l’esterno, con l’obiettivo verso il basso. Ora sono al vaglio degli investigatori, per cercare di capire se abbiano immortalato qualcuno, qualcosa. Come potrebbero dire o non dire qualcosa anche le altre videocamere, quelle di negozi vicini.
foto: www.ilpaesenuovo.it