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Bonificare per difendere il lavoro, l’Ilva deve adeguare gli impianti

Siamo davvero stanchi nel continuare ad assistere ad operazioni distanti dalla realtà. Da mesi, in maniera pressante, la FIM Cisl invoca la via del risanamento ambientale del territorio ionico. Gli inviti fin qui rivolti, a più livelli, alla luce dello scenario attuale, si sono dimostrati vani. È sotto gli occhi di tutti l’indifferenza mostrata dal 26 luglio, giorno del sequestro degli impianti, ad oggi da parte dell’Ilva che, invece di programmare una fase concreta di risanamento ha pensato di percorrere la strada del conflitto nei confronti di tutti. Atteggiamento del tutto sbagliato che non aiuta affatto il rapporto di coesione tra Salute, Ambiente e Lavoro, più volte predicato dalla FIM Cisl. L’Ilva avrebbe già dovuto metter mano agli impianti ritenuti non idonei dalla magistratura, così come abbiamo evidenziato dopo la presentazione del piano di investimenti presentato dall’azienda.

Perché fino ad oggi non ha fatto nulla? Ancor più grave è la mancanza di una programmazione volta alla messa a norma degli impianti. Questo per la FIM Cisl costituisce un forte problema, di fronte al quale occorre riflettere profondamente. L’assenza di interventi concreti da parte dell’Ilva rappresenta un forte ostacolo per la tutela dei livelli occupazionali. Ribadiamo che sarà possibile preservare il lavoro solo se sarà garantita la salvaguardia dell’incolumità di quanti orbitano intorno alla fabbrica: in primis cittadini e lavoratori.

Occorre dare risposte certe e l’unico sistema degno per farlo è quello di avviare l’opera di bonifica. I lavoratori non possono più attendere, esigono segnali di discontinuità rispetto al passato. La FIM Cisl, nonostante il forte senso di responsabilità mostrato nel tempo, è profondamente delusa dall’atteggiamento mostrato dall’Ilva. Bisogna stoppare le azioni di propaganda che hanno prodotto sinora solo una perdita di tempo. Occorre intervenire con immediatezza attraverso l’applicazione di tutti gli interventi necessari per la messa a norma del sito produttivo, alla luce anche degli allarmanti dati epidemiologici diffusi dal ministro della Sanità Renato Balduzzi.

Mimmo Panarelli – Segretario Generale FIM CISL Taranto

 

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