Braia (AB): “Distrarre l’attenzione, alimentando odio”
“Comprendo che, per la cultura leghista nazionale, è regola censurare le parole del “diverso da noi” e che l’approccio sia quello del non ascolto. La pratica democratica funziona diversamente e l’opposizione che continueremo a fare, sarà purtroppo sempre senza sconti in questi 5 anni che ci aspettano, come è stato nei nostri confronti. La svolgeremo doverosamente proprio attraverso le mozioni, le interrogazioni, le interpellanze e quant’altro lo statuto regionale prevede come strumenti che ogni consigliere può e deve (in rispetto ai cittadini di Basilicata che lo hanno eletto) utilizzare ogni qual volta si reputa necessario. L’odio e gli insulti non ci appartengono: il modo di agire leghista è opposto al sentire democratico e, soprattutto, non copriranno a lungo immobilismo e inadeguatezza sin qui palesate in maniera evidente, ad esempio nel nominare Direttori generali e dirigenti, tranne se non sono campani e fanno parte dell’ufficio di Presidenza. ”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, Avanti Basilicata.
“Attendiamo – prosegue il consigliere Braia – le risposte più urgenti sulla sanità, sull’autonomia, sulla forestazione e su tutto il resto, compreso il Piano strategico per il quale si sta non rispettando lo statuto regionale. Oltre a un video messaggio presidenziale di sole proroghe di atti assunti dalla precedente legislatura che qualcuno definisce disastrosa e del “malaffare” non abbiamo visto, sino ad oggi.
Le audizioni in Commissione consiliare – non devo certo spiegarlo io – sono un obbligo istituzionale prima e morale poi, utili a comprendere i contenuti tecnici di ogni atto, in trasparenza verso la comunità lucana. E’ solo con le informazioni e i dati che il confronto politico può indirizzarsi verso prospettive a medio e lungo termine e verificare, nel caso della Commissione Programmazione e Bilancio, avanzamento e correttezza economico/finanziaria. Immagino che una maggioranza non voglia e non possa, oltre che non debba, votare bilanci al buio, nel suo interesse, tra l’altro. IO ho solo accelerato tuti gli atti che arrivavamo in commissione per provare a fare quel poco che c’è. Cosa vogliamo fare: censuriamo anche le commissioni per non avere proprio argomenti da trattare in Consiglio?
Immagino che i professionisti o i dirigenti pubblici a cui si riferisce non abbiano gradito l’appellativo. Il consigliere Coviello è semplicemente incommentabile nel definire “gatti da cortile” le audizioni non di “pinco pallini” qualsiasi ma (e voglio elencarli doverosamente) del dirigente generale del Consiglio regionale, Domenico Tripaldi, per Commissario del Parco del Vulture e per il Parco Gallipoli Cognato, Angela Ciliberti insieme al direttore Marco De Lorenzo e al presidente Mario Atlante, il presidente del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano Michele La Macchia, il direttore generale dell’Apt Mariano Schiavone, il presidente dell’Ardsu Arduino Lospinoso Severini, il direttore dell’Arpab, Edmondo Iannicelli, il dirigente generale del dipartimento alla salute, Donato Pafundi, l’amministratore unico dell’ATER Domenico Esposito, l’amministratore unico dell’Egrib, Nicola Andrea Cicoria, i funzionari Silvana Possidente dell’ufficio Autorità di gestione del Fondo sociale Europeo e Michele Claps dell’Ufficio Autorità di gestione del Fondo di sviluppo e coesione o il direttore di Alsia Domenico Romaniello e i diversi funzionari dai quali hanno ritenuto essere accompagnati per gli approfondimenti. Consigliere Coviello, di quali gatti parla? Forse non si rende conto della gravità della sua affermazione, evidentemente è abituato a denigrare chiunque.
Sapendo di chiedere una cosa impossibile a chi dimostra insensibilità e insipienza, Coviello dovrebbe portare scuse pubbliche per i termini usati nei confronti di chi ha lavorato e lavora con responsabilità e competenza per l’ente che amministra e che, anche a nome suo, voglio invece ringraziare per il loro contributo al buon andamento regionale.
Qua non si tratta di fare l’assessore ombra, né di essere sfortunati o di avere soddisfazioni ma di operare correttamente con le procedure previste per i pareri da esprimere sui vari bilanci, la cui non approvazione bloccherebbe ulteriormente la Basilicata. Abbiamo anche assistito, e siamo solo all’inizio, per inesperienza e lotte interne per le poltrone, alla caduta del numero legale in commissione, per assenza della maggioranza.
Si tranquillizzi il Consigliere che, per tutta la durata del mio mandato di Assessore regionale, ho incontrato migliaia di persone e tutte le istituzioni, organizzato centinaia di tavoli con tutte le parti sociali senza preclusione e che tutto ciò è documentato, con trasparenza, sul sito della Regione Basilicata oltre che sul mio sito, con puntualità e dettagli e foto (che certo non sono fotomontaggi).
E’ semplicemente falso affermare che la mozione sia copiata da quella dell’ex consigliere Lacorazza, scambiando tra l’altro, la “mozione” che ha generato la discussione con la “risoluzione” (ci vorrà tempo per capirne la differenza) proposta da noi e non votata dalla maggioranza in consiglio. Bastava un po’ di buonsenso e di capacità per leggerle e capirle entrambe. La precedente mozione Lacorazza è citata, doverosamente, semmai, per tenere traccia del lavoro già avviato in precedenza sui temi dell’Autonomia Differenziata: non si parte mai da zero, e ciò vale per ogni contesto. Quanto fatto in precedenza, anche da parti politiche opposte, ha sempre una base utile da cui partire per riprogrammare, riorganizzare, rimodulare strategie di sviluppo.
La verità è che, sulla mozione Autonomia differenziata, il capogruppo della Lega, partito di maggioranza, appare piuttosto incapace di definire, ancora una volta, una linea a difesa della Basilicata, prendendo in giro i lucani tutti da 25 giorni.
Quando una persona definisce psicofrenica l’azione di un collega, usando volgarità e insulti, dimostra quale sia la propria qualità umana e politica, oltre che l’educazione e la formazione ricevuta
Il popolo lucano é, per fortuna, fatto da gente moderata, orgogliosa, rispettosa ed educata, soprattutto non abituata alla prevaricazione ed all’odio. Ritengo abbiano tutti già compreso chi governa oggi e sappiano fare anche i paragoni con quanto fatto o non fatto in precedenza in questa Regione, composta da una comunità accogliente e dignitosa.
Appaiono imbarazzanti e contraddittori, in questa fase, piuttosto i comportamenti del leader della Lega senatore Pepe che accusa il Presidente Bardi di non voler fare la rivoluzione, cioè di azzerare tutti i DG e dirigenti e i presidenti degli enti. Oppure, i consiglieri di maggioranza della Lega che spesso si scagliano contro, nelle note stampa, a quelli della lista Bardi e Forza Italia. Il consigliere Quarto che si occupa del destino di Musacchio al Consorzio, l’assessore Leone con le contraddizioni sulla gestione di Asm e San Carlo, l’Assessore Fanelli che ritiene atto di cortesia presenziare all’accordo Coldiretti/Eni, solo per fare qualche esempio.
Se il Governo Regionale cominciasse a splendere di luce propria, nessuno sarebbe percepito, da loro stessi poi, come ombra. L’opposizione, i cittadini e le cittadine lucane, oggi assistono da mesi dall’insediamento, a una “ombra di Governo”.
Non faccia, il Consigliere Coviello, il difensore d’ufficio dell’assessore Fanelli, non credo abbia bisogno, si risponda invece nel merito e con i fatti concreti, insieme alla maggioranza in Consiglio e alla Giunta Regionale, sui temi per i quali continueremo a chiedere chiarezza.
Lascio volutamente per ultima la questione del comparto agricolo da me fatto fallire, non si capisce però su cosa si basino le affermazioni, ancora una volta al limite della illazione, quando i dati e i documenti ufficiali dicono altro e tali rimangono, Semplicistico affermare che “Braia blatera”. Si mente, sapendo di mentire, sui pagamenti e sugli uffici Ueca, così come sui ritardi che appartengono soprattutto ad Agea, invece. I danni da calamità dal 2013 erano attesi perché istruiti tutti dal Dipartimento, tant’è che li annunciai io stesso in un comunicato, i contributi alla zootecnia dovuti e annuali, il bando misura 1.1 lasciato pronto e non emesso perché in regime di prorogatio così come altri bandi, la riapertura del bando 8.5 dice solo che i possibili beneficiari non erano pronti a rispettare le scadenze e qui mi fermo.
Piuttosto – conclude Luca Braia – si sta portando la Basilicata a restituire decine di milioni di euro sul Psr senza muovere una foglia da 5 mesi, mantenendo forse l’unica promessa, cioè di eliminare Ueca, mortificando le stesse professionalità che, nel 2015 in soli 7 mesi evitarono con il sottoscritto ben 97 milioni di euro di potenziale disimpegno.
Noi continueremo a fare il nostro mestiere, quello dei consiglieri di minoranza. Si rassegni Coviello. Questa é la democrazia e di certo non sarà lui o la Lega a introdurre in Basilicata la censura.”
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