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Braia: le prime 12 proposte per agroalimentare quale volano di rinascita per la Basilicata

“Nessuna azione strategica appare essere in campo per affrontare una potenziale emergenza in agricoltura e una emergenza ormai conclamata nel comparto turistico, che sappiamo essere i volani concreti per l’economia di Basilicata. Prima di concludere tavoli e definire piattaforme di rilancio post-emergenza, si metta anche l’agroalimentare  al tavolo del gruppo di lavoro regionale perché non si riparte senza la locomotiva delle 30.000 aziende agricole e dei 100.000 operatori del comparto, che rappresentano il 10% del Pil Regionale. 

Occorre assicurare manodopera per la raccolta in sicurezza ma anche forme di decontribuzione, semplificazione e sostegno in conto capitale ai comparti che perdono mercato, attraverso aiuti alle strutture organizzate di produttori, filiere e modelli aggregati per effettuare accordi con player locali e nazionali della trasformazione.  Avviare progetti di acquisti eccedenze di produzione per solidarietà, concedendo più tempo per gli adempimenti burocratici e fare una grande battaglia politica in Europa per la rimodulazione fondi PSR (solo in Basilicata 70 milioni di euro non ancora impegnati).   

E’ solo grazie alla terra ed agli agricoltori ed alla filiera agricola e agroalimentare, unica a non bloccarsi mai in questa emergenza, che il Paese va avanti anche in questa situazione di limitazione degli spostamenti e chiusura delle attività non necessarie. Sono loro che permettono la produzione e la consegna del bene cibo a tutti e siamo soddisfatti, come Italia Viva, che con il grande lavoro del Ministro Bellanova ci sarà l’anticipo PAC. Con i 100 milioni di euro per l’emergenza, i braccianti e i forestali potranno avere il sussidio dei 600 euro e le aziende agricole rientreranno tra quelle beneficiarie del Decreto liquidità che prevede prestiti e garanzie dello stato.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva ed ex assessore alla agricoltura. 

“Dalle prossime settimane e fino a dopo l’estate nelle nostre campagne saranno nei campi migliaia di lavoratori, regionali ed extraregionali, soprattutto molti da paesi extra europei. Si convochi Immediatamente un tavolo con le prefetture per programmare l’accoglienza, alzando al massimo i livelli di sicurezza ed evitando che possano diventare potenziali focolai incontrollati. I luoghi dove accogliere o far sostare questi lavoratori dovranno essere presidiati, controllati, sanificati con sistematicità e grandissima attenzione per la loro salute e la sicurezza delle comunità che li ospitano. In presenza di un mancato coinvolgimento, auspicabile, dei tanti inoccupati assistiti da riavviare al lavoro,  impossibile sarà rinunciare alla loro forza per salvare l’agricoltura, anche di Basilicata.

La zootecnia da latte e da carne in Basilicata è determinante per la vita di migliaia di aziende soprattutto nelle aree interne che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, causa la chiusura di agriturismi e ristoranti e con il divieto di spostamenti. Fondamentale potrebbe essere rinnovare immediatamente le fida pascolo regionali e comunali, gratuitamente e compensando i comuni per le minori entrate.

Strategico sarebbe, per esempio, avviare un progetto di “Agricoltura Solidale” acquistando prodotti da comparti che in questo periodo avvertono la crisi di mercato come quello del latte, della carne, dell’ortofrutta e del florovivaismo, dell’agriturismo (presto potrebbe toccare ad altri) e distribuirli attraverso gli enti caritatevoli alle famiglie fragili e mettendo a disposizione degli indigenti.

Opportuno invece sarà prorogare la durata della “polizza del presidente” la cui scadenza é prevista per la fine del mese di aprile, le attività di taglio bosco almeno sino al 30 aprile e procrastinare di almeno 60 giorni le scadenze di tutte le progettualità PSR i cui termini ricadono in questi mesi di aprile e maggio, al fine di dare più tempo ai privati (beneficiari misure 6.1, 4.1) per preparare e pagare le polizze personali e per concludere la realizzazione e conseguente pagamento delle opere che riguardano anche  Enti locali (misure 4.31 e 7.4 di viabilità e servizi).

Basta attendere inermi, basta accumulare silenzi e ritardi, la promozione dell’agroalimentare è pressoché azzerata negli ultimi 12 mesi e va ora programmata e rilanciata, elevando al massimo, immediatamente e poi nel post emergenza, un’azione coordinata da effettuarsi con APT per far tornare attrattiva  la “destinazione Basilicata” anche per gli aspetti enogastronomici.  

Si istituisca l’osservatorio prezzi dell’agroalimentare contro la speculazione potenziale e a difesa del “made in Basilicata”. Turismo ed agroalimentare tornino ad esser locomotore di sviluppo: occorre reagire programmando e coordinando le azioni a partire da questo momento di crisi per salvare la Basilicata nel passaggio, inevitabile purtroppo, dall’emergenza sanitaria a quella economica.”

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