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Calcio-scommesse, Semeraro va all’attacco

E’ terminato alle 16, dopo circa due ore, il terzo interrogatorio in 24 ore di Andrea Masiello a Bari, l’ex difensore del Bari, attualmente all’Atalanta, arrestato per lo scandalo calcio-scommesse. Il calciatore ha risposto a tutte le domande del pm Ciro Angelillis, che ha secretato il verbale. Il pm, ora, dovrà dare il parere all’istanza di scarcerazione che i difensori di Masiello hanno depositato stamane al gip. La decisione del giudice deve arrivare entro cinque giorni, termine questo non perentorio. A margine dei due interrogatori ai quali è stato sottoposto il difensore atalantino (il primo di garanzia con il gip Giovanni Abbatista e il secondo, appunto, con gli inquirenti Laudati e Angelillis), è trapelata l’indiscrezione secondo la quale Masiello avrebbe riconosciuto in una foto l’emissario leccese che la Procura ha rintracciato controllando i tabulati telefonici di Giovanni Carella, pur non sapendone il nome. Una persona di età compresa tra i 35 e 40 anni, alta, robusta, capelli castani, elegante.

Tra le partite più chiacchierate c’è Bari-Lecce, il derby di Puglia, che si è giocato lo scorso 15 maggio al ‘San Nicola’, e che vide la vittoria dei salentini per 2-0. In quella partita, Masiello fu protagonista di un autogol che diede alla formazione leccese, allora allenata da De Canio, tre punti vitali per la salvezza. Il presidente del Lecce, Giovanni Semeraro, non ci sta, ed ha rilasciato dichiarazioni molto gravi sul sito ufficiale della società di Via Templari: “A tre giorni dalle notizie che hanno creato un vero e proprio terremoto nella società Lecce e nella mia famiglia, che ha sconvolto i tifosi e la città intera, e dopo un esame attento delle dichiarazioni e degli estratti dei verbali riportati dalla stampa sulla presunta combine del derby dello scorso maggio, sento il bisogno di interrompere la gogna mediatica alla quale siamo stati esposti e che ha comportato un autentico massacro della nostra immagine.

L’U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni – parte delle quali anche confuse e contraddittorie – dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby, fino a prova contraria, è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società. Ritengo che il gruppo da me rappresentato goda di una credibilità personale e societaria, costruita in cinquant’anni di impegno e serietà in campo finanziario, imprenditoriale e sportivo. Sarebbe stato da folli mettere tutto a repentaglio per una partita di calcio. Ribadisco, ovviamente, che tutti noi siamo a completa disposizione della magistratura ordinaria e sportiva per ogni possibile chiarimento, anche al fine di concorrere all’accertamento della verità”.

Tornando sulla partita incriminata, Semeraro ha affermato: “A me l’autogol di Masiello è sembrato naturale, come se ne vedono tanti sui campi di calcio, ma se lui insiste nel dire che lo ha fatto apposta non ho motivi per non credergli. Sia chiaro, però, che io soldi non ne ho dati, né a lui né ad altri. Sono una persona pulita, onesta e trasparente. E’ difficile in queste condizioni farsi credere, ma in questa brutta storia sto molto male”.

 

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