Call center Philip Morris Taranto, la nota dell’on. Caroppo (Sud in Testa)
«Si fa davvero fatica a intravedere il nesso tra un centro di assistenza ai consumatori di sigarette elettroniche e i tre asset – blue economy, ambiente e sicurezza – su cui, a detta dell’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Taranto, punta il polo di innovazione digitale candidato al bando Mise. Si ha qualche difficoltà a ritenere che un call center possa essere il perno del modello immaginato dai documenti di programmazione (europei e regionali) e dai relativi bandi che, invece, fondandosi su ricerca e innovazione, puntano a restituire una nuova centralità al mondo produttivo». Torna così l’europarlamentare di Sud in Testa, Andrea Caroppo, membro della Commissione industria, energia e ricerca, sul dibattito sorto intorno all’annunciata apertura di un call center di Philip Morris a Taranto.
«Il programma Europa Digitale vincola il sostegno ai poli di innovazione digitale alle capacità digitali (in particolare di calcolo ad alte prestazioni, sicurezza informatica, intelligenza artificiale) basate sui punti di forza esistenti nella Regione e, conseguentemente, richiede che i progetti siano coerenti con le strategie regionali – spiega Caroppo -.
La Strategia di Specializzazione Intelligente-Smart Puglia vede come pilastri manifattura sostenibile (fabbrica intelligente, aerospazio, meccatronica); salute dell’uomo e dell’ambiente (green e blu economy, agroalimentare, edilizia sostenibile, beni culturali e turismo); comunità digitali, creative e inclusive (industria culturale e creativa, servizi, social innovation, design, innovazione non R&D).
Se si utilizzano questi strumenti unicamente per favorire il pur auspicabile insediamento di un call center, è evidente come si stia andando fuori strada – conclude Caroppo -, rischiando di perdere un’occasione decisiva per la riqualificazione e il rilancio a grandi livelli di Taranto e della Puglia attraverso un vero polo di innovazione digitale, volano di sviluppo per il territorio».