Capannoni e zone industriali
Mentre assistiamo a continue ‘puntate’ sulle crisi industriali e sui risultati di un’industrializzazione mancata che trae origine dalla legge 219 post sisma, apprendiamo dalle pagine dei giornali dell’offerta del neo premier albanese già tre volte sindaco di Tirana, a Milano per ‘attrarre’ le imprese. Venite ad investire da noi – spiega – palesando l’opportunità di accogliere imprenditori italiani affittando spazi ad un euro per tutta la vita. Il tutto mettendo a disposizione strutture esistenti da riqualificare, come capannoni e basi militari. Idea geniale o altro non sta a noi dirlo. Certo, considerato il particolare momento di crisi che attraversa il mondo produttivo, la nostra regione dovrebbe mettere a frutto la proposta, emulandone le finalità e provando a trarne vantaggi in termini di occupazione. Come? Riannodando i fili di quella che i libri chiamano industrializzazione mancata nella nostra Basilicata e che prende le mosse dal tragico sisma del 1980. Aree industriali create per ridare linfa ad una regione martoriata, posti di lavoro da creare, progressivo affrancamento alle capacità produttive di altre realtà limitrofe. Ed invece dopo trent’anni poco o nulla è rimasto. Con piano di industrializzazione carenti, bandi per la reindustrializzazione quasi sempre dimostratisi dei flop e fiumi di risorse sprecate e finite in chissà quali tasche. Ecco quindi che la proposta albanese potrebbe fare al caso della nostra Basilicata. Basterebbe mettere a disposizione – magari con l’ausilio del Consorzio industriale Asi e l’impegno del Dipartimento Attività produttive della Regione, i capannoni vuoti e abbandonati delle aree industriali di Balvano e Baragiano. Mettere in moto un processo virtuoso in grado – anche attraverso specifiche convenienze localizzative legate ad esempio a bollette energetiche e utilizzo dell’acqua – in grado di attirare imprese da fuori regioni o oltre i confini nazionali ma che potrebbero offrire posti di lavoro in quantità. Certo, il momento non è di quelli felici. Ma la ripresa economica e i timidi segnali con il segno più autorizzano a pensare positivo e a creare le condizioni per un risveglio produttivo e quindi occupazionale anche in Basilicata. Al presidente Pittella, alla giunta regionale, agli assessori e al mondo sindacale la possibilità di cogliere l’opportunità e rilanciare le aree interne e le numerose ‘cattedrali nel deserto’.
Franco Gentilesca – Mov 139 Basilicata