Caporalato, Fai Cisl: “Dopo l’accordo quadro regionale, approvare subito ddl in Parlamento”
Repressione del caporalato, piena integrazione dei lavoratori stranieri stagionali, promozione della legalità nei rapporti di lavoro in agricoltura. Queste le finalità dell’accordo quadro siglato nei giorni scorsi a Potenza da Regione, sindacati, organizzazioni di categoria e associazioni* che dà attuazione al protocollo sperimentale nazionale per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, meglio noto come “patto del Viminale”, firmato a Roma a fine maggio. L’applicazione dell’accordo quadro regionale sarà il tema al centro di un incontro in programma giovedì 4 agosto, dalle 11, al dipartimento regionale alle Politiche agricole e forestali.
Per il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, “l’accordo rende operativo il protocollo e fornisce a tutti gli attori in campo gli strumenti per contrastare l’illegalità e promuovere la legalità. Il capitolo più importante è senza dubbio quello relativo all’accoglienza e al trasporto dei lavoratori stagionali, vale a dire quella zona grigia in cui si incuneano i caporali e che va pertanto assolutamente prosciugata. Dobbiamo superare la fase dell’emergenza continua e dei ghetti modello Boreano – continua il sindacalista della Fai Cisl – e passare ad un modello di gestione ordinaria, tagliando i legami tra lavoratori sfruttati e organizzazioni criminali che gestiscono il mercato nero dell’intermediazione di manodopera”.
“Con l’avvio della sperimentazione in provincia di Potenza del protocollo nazionale si fa un concreto passo in avanti nelle azioni di lotta e contrasto al caporalato, in particolare nelle province più esposte del Mezzogiorno, azioni che potranno essere ulteriormente rafforzati dal disegno di legge appena licenziato dal Senato, dopo il forte pressing sindacale, e che ora torna alla Camera per l’ultimo esame, un esame che ci auguriamo rapido e definitivo”, ammonisce Lapadula, “anche perché i dati sul fenomeno restano allarmanti se è vero che a livello nazionale sono 400 mila i lavoratori coinvolti dal caporalato. Nella nostra regione gli organi ispettivi hanno scoperto l’anno scorso 950 lavoratori irregolari, in gran parte stranieri, sanzionando 450 imprese agricole. Ecco perché il disegno di legge – conclude Lapadula – va a nostro avviso blindato per scongiurare ulteriori emendamenti che farebbero slittare alle calende greche un provvedimento che inasprisce le pene contro i caporali e affida alle parti sociali un importante ruolo di cerniera per promuovere la cultura delle regole”.
*Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, Acli Terra, Caritas italiana, Croce Rossa Italiana, Libera, Alleanza delle cooperative italiane, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri.