Caporalato, la Cisl chiede pene più severe e misure premiali per le imprese in regola
La Fai Cisl Basilicata, nel condividere il monito lanciato nei giorni scorsi dal Cardinal Bagnasco che ha definito la piaga del caporalato una nuova forma di schiavismo, rivendica un impegno più incisivo da parte delle istituzioni nazionali e locali nel contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento in agricoltura. In un documento condiviso con tutte le strutture nazionali e territoriali il sindacato chiede quale primo obiettivo quello di “introdurre nel codice penale una specifica fattispecie di reato attribuendo responsabilità penali non solo ai caporali in senso stretto ma anche a quanti si avvalgono della loro mediazione, prevedendo al contempo la confisca dei loro beni e la successiva destinazione ad attività sociali e di promozione della legalità”.
Per la Fai Cisl regionale “è inoltre necessario rendere più strette le maglie dei controlli con azioni finalizzate a prevenire i reati. In questo senso va la proposta di affiancare all’attività repressiva politiche che favoriscano un aumento della qualità del lavoro e dei servizi rivolti ai lavoratori agricoli, riqualificando il lavoro e implementando certificazioni etiche come la Rete del lavoro agricolo di qualità. Va inoltre riconosciuto alle forze sociali un ruolo nei processi di controllo e sviluppo mediante la funzionalità degli enti bilaterali, la contrattazione nazionale e territoriale e in direzione del mercato del lavoro e delle dinamiche contrattuali”.
La Fai Cisl sollecita il governo a “porre in essere una strategia organica e partecipata, avvalendosi della cabina di regia istituita presso l’Inps per orientare in modo collegiale l’attività ispettiva e di vigilanza nei confronti delle imprese non iscritte alla Rete e rafforzando le attività di controllo ordinario di Inps, Inail, uffici del lavoro, forze dell’ordine”. Il sindacato sollecita inoltre “la messa in campo di ulteriori misure premiali per le aziende che rispettano la legislazione sul lavoro e di più aspre sanzioni per chi invece non è in regola, incentivando con forme di decontribuzione e fiscalità di sviluppo quelle esperienze capaci di generare processi innovativi e con essi impresa e lavoro di qualità”. Per il sindacato dei lavoratori agricoli della Cisl è inoltre necessario “accelerare l’iter delle norme di semplificazione e tutela del lavoro oggi presenti sui tavoli parlamentari, a cominciare dal cosiddetto collegato agricoltura, e aprire uno stabile tavolo interministeriale sull’intera materia con la partecipazione delle parti sociali agricole”.
A livello regionale, infine, la Fai Cisl sollecita “un maggiore coinvolgimento della rete di strutture e competenze sindacali, presidio indispensabile per l’assistenza ai lavoratori e la vigilanza mediante la bilateralità, affidando agli enti territoriali la creazione di una banca dati che raccolga e gestisca l’esercizio del diritto di precedenza con la relativa domanda-offerta del lavoro, nonché pensare concretamente alla possibilità di organizzare il trasporto pubblico locale per permettere al lavoratore di raggiungere il posto di lavoro. Governo, sindacati e imprese agricole possono e devono vincere questa sfida di civiltà e di progresso che coinvolge tutti”.