Carlo Petrone (Sel) commenta la vicenda Fenice
“La decisione della Provincia di Potenza di revocare l’autorizzazione alla Fenice è un atto importante.
Nel marasma generale, nella indeterminatezza di merito, ma di fronte alla chiarezza del grado di inquinamento di Fenice, l’unica cosa ragionevole da fare era quella di bloccare subito le attività dell’impianto ed avviare le interlocuzioni scientifiche giuste, regionali e nazionali, per stabilire se l’attività dell’impianto possa rientrare in un contesto di assoluta sicurezza ambientale e se la bonifica annunciata avrà consistenza risolutiva dei danni prodotti. L’evolversi della vicenda Fenice, con i recenti atti della Magistratura, suggeriscono ormai decisioni chiare e determinate che la politica, al di là dei percorsi giudiziari, deve assumere.
La crisi mondiale che stiamo attraversando indica con chiarezza la necessità di costruire un altro modo di produrre, di consumare e di intendere i diritti fondamentali dei popoli.
Ma ognuno deve avviare questa ricerca nel proprio ambito, per cui in Basilicata abbiamo tutti il dovere di misurarci con queste novità.
La vicenda Fenice, ma le estrazioni petrolifere, la salute dei nostri fiumi e in generale del territorio, sono tutte vicende che ci pongono un interrogativo: il futuro di questa regione può essere pensato individuando i temi della tutela del territorio e la valorizzazione delle sue potenzialità come terreno strategico su cui costruire le future strategie produttive, occupazionali e sociali?
Noi rispondiamo sicuramente di si, perché ne scorgiamo le reali possibilità.
Ma le ultime vicende ripropongono ancora una volta i temi della credibilità della politica e la qualità delle sue relazioni con l’economia e la società.
Ricordo le denunce della Cgil sui concorsi Arpab. Più volte abbiamo posto questi temi ma purtroppo ci siamo trovati di fronte un muro di gomma ed a tentativi, ormai fin troppo evidenti, di costruire un’idea della politica come luogo in cui sono tutti uguali ed in cui tutti hanno eguali responsabilità.
E allora se rispondiamo positivamente al quesito strategico vediamo se siamo d’accordo su alcuni punti di merito.
Non si tratta più di schierarsi con le diverse scuole di pensiero sulle questioni ambientali.
E’ il momento di definire una diversa strategia ambientale, che parta dalla scelta di puntare sulle fonti rinnovabili, decidendo di stoppare nuove trivellazioni petrolifere e cercando di uscire dalla dipendenza dagli idrocarburi governando e controllando con responsabilità ed efficacia gli impatti ambientali. Un lavoro in cui coinvolgere i territori, le Amministrazioni comunali, le Associazioni ambientaliste, i cittadini, perché costruendo una fase di fuoriuscita dal petrolio è possibile un diverso rapporto tra territorio ed estrazioni. Ma sui controlli quali strutture mettiamo in campo, al di là di quelle previste dalle leggi? Come facciamo a far ritornare la fiducia dei cittadini sui dati che verranno proposti?
Questo attiene al petrolio, ma anche alla gestione dei rifiuti che ancora in questa regione non vede un governo unitario da parte delle Istituzioni. Non possiamo permetterci di entrare in emergenza sui rifiuti, dobbiamo tener alta la guardia sui pericoli di ingerenza di ecomafie; le Istituzioni non rinuncino alla propria prerogativa pianificatoria. In Basilicata possiamo ancora lavorare per concretizzare una gestione dei rifiuti che superi il sistema delle discariche e dell’incenerimento e recuperi i notevoli ritardi nelle attività di raccolta differenziata.
Potrà essere necessario ripensare complessivamente la strategia regionale di gestione dei rifiuti, ma questo richiederebbe condivisione dei territori e capacità unitaria di governo delle Istituzioni.
La fiducia nella Magistratura è massima, e confidiamo nella celerità e chiarezza. Ora però la politica, ed in particolare il centrosinistra lucano avvii una riflessione approfondita sui sistemi lucani, affronti il problema della qualità della sua classe dirigente, perché il futuro e le sue incognite devono interessare coloro che vogliono offrire un contributo alla costruzione di un diverso orizzonte strategico.
Non c’è dubbio che coloro che hanno sbagliato devono pagare, ma è anche dovere di tutti far tesoro delle cose che accadono ed assumersi le proprie responsabilità, perché dobbiamo mettere in campo e subito tutte quelle misure, politiche ed amministrative che garantiscano opportunità e democrazia sostanziale e non solo formale.”
Carlo Petrone (Coordinatore Regionale Basilicata Sel)