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Carlo Petrone si dimette da coordinatore regionale SEL

Vi sono momenti in cui bisogna operare scelte ragionate e chiare. Per me il momento è questo. Il risultato elettorale, da troppi analizzato con le categorie solite che non colgono affatto la sua reale portata, impone un rinnovamento radicale di strategie e politiche di governo.

Ognuno dovrebbe analizzare innanzitutto le proprie convinzioni e rapportarle alla qualità della fase attuale. Anche nel dibattito avviato in SEL scorgo elementi tradizionali di analisi e giudizi politici che, a mio avviso, non affrontano le ragioni per le quali questo partito rischia di diventare ancora più residuale nel panorama politico italiano. Non sarà certo un semplice e tradizionale appello alla ripresa dell’iniziativa politica che potrà ricollocare SEL al centro dell’attenzione di cittadini.

Per questo sono convinto che SEL necessiti di un profondo rinnovamento di linea politica, di cultura politica e di gruppi dirigenti; rischia di sciogliersi al sole continuando a rimanere in una indefinita identità e in astratti processi aggregativi. In Basilicata dobbiamo ritenere conclusa una prima fase di questo partito, che ha ottenuto risultati importanti, politici ed elettorali. Ora serve uno slancio politico e culturale molto diverso. Bisogna produrre un deciso cambiamento e rinnovamento. Per queste ragioni ritengo conclusa la mia esperienza di Coordinatore regionale. Rinnovare a questo punto è dovere di tutti ed io lo faccio, anche per agevolare un utile ricambio generazionale. Da tempo avevo chiarito al partito che al prossimo Congresso non avrei ripresentato la mia candidatura a Coordinatore regionale, per un naturale ricambio. L’appuntamento congressuale potrebbe avere tempi troppo lunghi, per cui avverto la responsabilità di avviare ora il ricambio, perché potremmo essere catapultati verso nuove elezioni in tempi brevi ed il partito deve avere il tempo di produrre altre soluzioni di direzione.

Non sarei sincero se non dicessi chiaramente che questa decisione è stata anche sollecitata dalla mia convinzione che in Italia debba avviarsi un processo costituente per una nuova sinistra di stampo europeo, che faccia dell’azione riformatrice la leva del futuro dell’Italia e dell’Europa; ripercorrere le scelte della sinistra italiana, fin qui sconfitte, non servirebbe alla sinistra, all’Italia e all’Europa.

In questo vedo ancora troppa incertezza politica e culturale di SEL e non basta certo la giusta richiesta che Vendola inoltrerà di adesione al PSE per proiettare questo partito verso una coerente sinistra riformista e di governo.

Anche con piccoli numeri si può contribuire a questa missione, ma solo proponendo coerenza, chiarezza politica e culturale, scelte strategiche chiare, e non confusione, tatticismi che di fatto tengono in piedi una vecchia idea, e pratiche politiche su cui la sinistra è più volte franata.

Incontrare il disagio ed il dissenso, interpretarne le paure e le speranze è proprio di una sinistra che si assume la responsabilità di guidare processi politici complessi.

Andrà SEL in questa direzione? Me lo auguro. Per quanto mi riguarda sono interessato esclusivamente a questo processo e lavorerò in questa direzione con tutti quelli che condivideranno questa strategia, in Italia e in Basilicata.

 

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