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Caso Marò, il ministro Bonino si rivolge all’Onu

Il governo italiano ha avviato un contatto con l’Alto commissariato per i Diritti umani dell’Onu per violazione dei diritti umani per quanto riguarda la mancanza di un capo di imputazione per i marò da parte dell’India dopo due anni, accompagnata da una restrizione della libertà. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Emma Bonino. La violazione dei diritti umani nascerebbe dalla mancanza di un capo di imputazione nei confronti di Girone e Latorre da parte della pubblica accusa, nonostante siano trascorsi ormai due anni dalla morte dei due pescatori indiani, avvenuta il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala, nel sud dell’India.

“Oltre alla mancanza di un’accusa formale, cosa di per sé gravissima, visto che sono passati ormai due anni, bisogna aggiungere la restrizione della libertà dei due militari italiani. – ha detto Bonino – L’Alto commissario per i Diritti Umani si è riservato di valutare. Abbiamo aperto un canale in ambito Nato e Onu, sempre tenuto conto che non è scontato avere soldarietà solide”. Ciò significa, parlando ‘politichese’, che c’è la possiblità che la risposta ottenuta sia ‘picche’. 

La responsabile della Farnesina ha aggiunto che, di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, il rientro del ministro della Difesa Mario Mauro dall’India dovrà consentire una valutazione collettiva del governo delle varie opzioni che sono sul tavolo nel caso dei due marò, dopo la richiesta della Procura generale indiana della formalizzazione dell’accusa nei loro confronti nel quadro della legge antiterrorismo indiana (Sua Act).

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