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Cassa integrazione, per la Cisl i numeri sono preoccupanti

“Se una rondine non fa primavera, un calo, seppur vistoso, della cassa integrazione non è affatto un indicatore di ripresa economica”. Lo ha detto stamane il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, commentando gli ultimi dati resi noti dall’osservatorio lavoro della Cisl nazionale. Il rapporto evidenzia a giugno una flessione del ricorso agli ammortizzatori sociali in Basilicata del 62,6 per cento rispetto al mese precedente. Il vistoso calo, evidenzia il rapporto della Cisl, è dovuto alla contrazione delle ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria (passate dalle 700 mila di maggio alle 217 mila di giugno) e delle ore di cassa integrazione straordinaria (passate dalle 638 mila di maggio alle 230 mila di giugno). In rialzo, invece, il ricorso delle aziende lucane alla cassa integrazione in deroga che nel periodo preso a riferimento è più che raddoppiato passando dalle 36 mila ore di maggio alle oltre 79 mila di giugno.

Per il segretario della Cisl lucana “siamo al cospetto di una situazione che, a dispetto dei numeri, si sta facendo molto critica in quanto il vistoso calo di Cigo e Cigs significa che con ogni probabilità le aziende stanno terminando lo stock di ore disponibili e che, pertanto, molti lavoratori stanno passando dalla condizione precaria di cassintegrato a quella disperata di disoccupato, con tutto quello che ne consegue in termini di disponibilità di reddito e di tenuta dei consumi delle famiglie, già ridotti all’osso dal perdurare della crisi economica”.

Secondo Falotico “la ripresa economica è ben lontana, come evidenziano i più autorevoli osservatori economici, e per evitare che la situazione sociale si cronicizzi è necessario mettere rapidamente in campo le prime misure contenute nel patto di sistema per la crescita e il lavoro che abbiamo siglato nei giorni scorsi con Regione e Confindustria. In particolare occorre agire subito con il credito d’imposta per l’occupazione e le agevolazioni per la stabilizzazione degli apprendisti con l’obiettivo di creare buona occupazione e rilanciare i consumi interni. Inoltre, vanno attuati con altrettanta rapidità i buoni lavoro come misura di sostegno al reddito ai percettori di indennità di mobilità in deroga non superiore ai 500 euro mensili con l’obiettivo di tenere in una condizione di attività migliaia di espulsi dai cicli produttivi”.

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