Cava Pedali, il Consiglio di Stato dà ragione al comune di Vietri di Potenza
Riguardo la gestione della cava comunale “Pedali” di Vietri di Potenza, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che dà pienamente ragione al Comune di Vietri di Potenza. Il contenzioso amministrativo è nato a seguito delle richieste di rilascio della cava trasmesse dal Comune di Vietri di Potenza all’azienda nel 2019, per intervenuta scadenza dell’autorizzazione regionale, per l’accertata assenza del titolo di disponibilità dell’area e per un accertato debito dell’azienda nei confronti del Comune di 1,7 milioni di euro.
L’azienda, oltre a contestare il debito nei confronti del comune, riteneva di essere ancora in possesso del titolo di disponibilità dell’area facendo riferimento ad un presunto accordo tra avvocati siglato nel 2014 tra i legali dall’ex amministrazione comunale e quelli dell’azienda, che autorizzava, quest’ultima, a continuare ad estrarre dalla cava nonostante una sentenza del TAR Basilicata aveva dichiarato risolto il contratto.
Il Consiglio di Stato – sezione quinta – ha precisato che “il rapporto contrattuale instauratosi tra le parti, Comune e Azienda, si era risolto da tempo (2014), e che nessun rilievo sulla questione oggetto di giudizio ha l’accordo transattivo intervenuto tra le parti nella pendenza della causa civile (…), non la autorizza certamente al prosieguo dell’attività estrattiva né costituisce o sostituisce il titolo legittimo di detenzione della cava”.
“Ringrazio tutti coloro che con attenzione e impegno ci hanno supportato in questa ennesima difficile, ma doverosa, battaglia legale. Riguardo a tale vicenda abbiamo subito insulti, offese e minacce da più parti. Sono sempre stato convinto che l’errore più grave lo abbia commesso chi mi ha preceduto nell’aver indotto l’azienda in un grave errore. – ha commentato il sindaco di Vietri di Potenza, Christian Giordano – Sulla minoranza consiliare, che si riferiva al sottoscritto dicendo “l’avvocato Giordano non impara mai”, rispondo semplicemente ribadendo quello che ho sempre sostenuto e che è stato confermato dal Consiglio di Stato, ovvero che la società operava senza titolo ed un mero accordo tra avvocati non può sostituire e/o costituire titolo di legittima detenzione della cava”.