Cavallo (Cisl Basilicata chiede un patto sociale per un nuovo modello di sviluppo
Un patto sociale per dare una risposta strutturale alla crisi economica e sociale della Basilicata, mettendo al centro il tema delle aree interne e dell’accesso ai servizi. Questo il cuore della proposta che la Cisl lancia da Matera alle forze e politiche e sociali della regione per constatare lo spopolamento e rilanciare lo sviluppo. «La nostra regione – ha detto il segretario generale Vincenzo Cavallo nel suo intervento – si trova dentro una cruciale fase di cambiamento che per complessità e profondità delle trasformazioni non può essere gestita unicamente dalla politica. Per questo la costruzione di un patto sociale è fondamentale per garantire un futuro sostenibile e prospero alla nostra comunità. Oggi la Basilicata ha bisogno di coraggio per un grande piano di sviluppo che guardi al futuro della regione e diano una prospettiva di lungo periodo alle politiche pubbliche, oggi troppo focalizzate sul breve periodo. L’alternativa è una stagnazione senza sbocco».
Tendenza confermata anche dal recente rapporto della Banca d’Italia che assegna alla regione una crescita di appena mezzo punto percentuale per effetto dell’indebolimento della domanda interna e del ciclo economico globale e un crescita occupazionale che riguarda sopratutto il mondo del lavoro non qualificato. Secondo Cavallo «è tempo di riaprire i riflettori sul futuro delle nostre aree interne che significa occuparsi prima di tutto di come garantire i servizi essenziali, dalla salute all’istruzione, nelle piccole comunità alle prese con strutturali fenomeni di spopolamento e impoverimento, sia del tessuto economico che della presenza delle istituzioni pubbliche».
Riprendendo le proposte contenute nel documento «Il tempo del coraggio», presentato alle forze politiche alle ultime elezioni regionali, il segretario della Cisl ha sottolineato che «serve un piano di investimenti mirato per promuovere lo sviluppo economico e sociale in queste zone, favorendo la creazione di opportunità occupazionali, il potenziamento delle infrastrutture e la valorizzazione delle tradizioni locali. L’idea è fare delle aree interne un modello di economia circolare e sostenibile in un rinnovato rapporto funzionale con i centri urbani e superando la contrapposizione ideologica tra città e aree rurali».