CGIL CISL UIL si mobilitano per cambiare le pensioni
“Industria 4.0 – scrivono i sindacati nel documento – rappresenta, per molti aspetti, una opportunità e un rischio, in quanto implica la riduzione di figure professionali tradizionali e contestualmente la richiesta di nuovi profili e nuovi lavori. Di Industria 4.0 dovranno essere minimizzati i rischi affinché diventi una occasione per il Mezzogiorno e per il Paese, per ritornare a crescere in modo duraturo e consistente. Per questo occorre puntare su politiche industriali e del mercato del lavoro, su strategie e prospettive di valorizzazione delle competenze e di attivazione circolare della scuola, dell’università e del mondo della ricerca. La strategia Industria 4.0 va accompagnata da scelte di politica economica che favoriscano un riequilibrio tra i territori. Da questo punto di vista bisogna fare di più, puntando su contratti d’area, sulle Zes, sui patti per lo sviluppo, politiche per le aree deboli per portare al Sud gli investimenti privati e per allocare realtà innovative”.
Automotive e petrolio: due mondi che devono diventare sistema
Cgil Cisl Uil propongono “una strategia di connessione che colleghi funzionalmente le potenzialità del settore petrolifero della Val d’Agri con il comparto della produzione di autoveicoli e dei sistemi di mobilità” in quanto esiste “un nesso tra lo sviluppo tecnologico dell’auto, le tematiche dell’attività estrattiva, la riduzione della dipendenza dalla fonte fossile e la sperimentazione di alternative energetiche”. In quest’ottica per Cgil Cisl Uil “Fca Melfi rimane una grande opportunità e un punto fermo degli assetti produttivi regionali, è anzi una sorta di vettore strategico dell’economia regionale”, ma occorre accelerare su ricerca, innovazione e nuovi modelli assicurando al contempo “condizioni di lavoro dignitose e solide prospettive occupazionali”.
Per i sindacati “va definita una politica industriale regionale, nello specifico per l’automotive, che si traduca nell’allestimento di un ‘distretto dell’auto’. Un modello cooperativo e compartecipato da seguire – continuano – è quello sperimentato dalla Regione Abruzzo con un tavolo infrastrutture, tecnologie e automotive, una società consortile che riunisce imprese, Università e un istituto tecnologico nel sistema della meccanica e un polo tecnico professionale sulla meccanica”
“Il rilancio di politiche locali intorno al ‘distretto auto’ – si legge nel documento – è una straordinaria occasione per sollecitare Eni a riprendere il progetto di chimica verde e i progetti innovativi che possono derivare dalla sua multiforme costellazione aziendale. In questo scenario è di fondamentale importanza il ruolo che la Regione Basilicata potrebbe avere circa la sperimentazione di progetti pilota di elettrificazione, di concerto con il Mise e con Enel, sia per creare nuova occupazione, sia ai fini di una maggiore diffusione dei veicoli elettrici, sia per il trasporto privato, sia per quello integrato o pubblico”
Occhi puntati anche sulle questioni ambientali legate alle estrazioni petrolifere. Per Cgil Cisl Uil “in Basilicata è possibile sperimentare strategie produttive alternative per prepararsi al superamento della fase delle fonti fossili, prima che il flusso degli investimenti necessari diventi esorbitante rispetto all’obsolescenza degli odierni impianti; senza naturalmente trascurare una battaglia per il miglioramento dell’attuale complesso energetico produttivo-ambientale. Il ripetersi di fratture di credibilità ha sedimentato una turbativa sociale e di comunità che va affrontata con una offensiva di sicurezza e di trasparenza nei processi di lavorazione e di controllo, qualificando i rapporti tra istituzioni e compagnie petrolifere, per porre rimedio agli strappi prodotti in termini di diritti, qualità ambientale e fiducia dei cittadini”.
Il segmento del patrimonio forestale: una valorizzazione possibile
“Una nuova idea di crescita e sviluppo, su base ambientale, parte da un riordino della gestione forestale attraverso una vera azione di valorizzazione del bene-foresta”, scrivono i sindacati sottolineando la necessità di rivedere la governance del settore. Cgil Cisl Uil propongono in particolare un modello gestionale in cui “la Regione esercita i compiti di programmazione, di indirizzo e di gestione attraverso le Unioni dei Comuni, avvalendosi di una struttura funzionale speciale che predispone i documenti strategici di programmazione. Tale struttura, costituita sostanzialmente con dirigenti e operatori già in servizio, dovrà assumere una forma organizzativa operativa e snella cioè quella di una struttura compartimentale regionale”.
Le vie d’accesso alla Basilicata, le vie dello sviluppo
Secondo Cgil Cisl Uil “se è vero che la Basilicata è un territorio di snodo tra le regioni del Mezzogiorno, va allora sviluppata la sua naturale vocazione alla trasversalità, condizione per troppo tempo rimasta solo una bella espressione letterale, dotandola di un moderno sistema di mobilità regionale e interregionale con l’obiettivo strategico di una sua piena integrazione dentro il contesto geoeconomico meridionale. La sfida è contenere le spinte centrifughe e la conseguente deriva dei territori verso le regioni limitrofe, processo che rischia di determinare uno spacchettamento di fatto della regione, attraverso il rafforzamento delle connessioni e dei flussi interni sia materiali (reti di trasporto) che digitali (banda larga)”.
Matera 2019
“A quasi tre anni dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura 2019 – spiegano i sindacati – sono di lapalissiana evidenza i ritardi accumulati nei processi di governance, di avanzamento della spesa e di rafforzamento amministrativo e la totale carenza di un coordinamento tra i livelli istituzionali comunali, regionali e nazionali”. Cgil Cisl Uil lanciano la proposta di “un contratto d’area interregionale che abbracci il Comune di Matera, il suo immediato hinterland, l’area del Metapontino, insieme alle Murge pugliesi, fino a Taranto e al versante salentino, con la funzione di collegare Matera al suo territorio, anche nell’ambito di una Zes interregionale, potenziando quei fattori fondamentali per lo sviluppo di Matera e restituendo al territorio più ampio opportunità di sviluppo promananti dalla città e dall’evento del 2019. Cgil Cisl Uil indicano la definizione di un protocollo di legalità quale “strumento necessario per migliorare la qualità delle opere e dei servizi pubblici erogati, garantire l’occupazione, i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Ripartire dalla riforma del sistema sanitario regionale per costruire un sistema di welfare a misura della persona
“La riforma e la tenuta del sistema sanitario regionale – spiegano Cgil Cisl Uil – è una questione che attiene all’idea di coesione sociale, aggiornata alla stregua dei cambiamenti in atto e di una puntuale analisi dei bisogni, delle criticità odierne e di quelle storiche. Riformare il servizio sanitario regionale richiede una inversione metodologica: occorre rilanciare i distretti socio-sanitari territoriali come punto di partenza della raccolta dei fabbisogni e della programmazione socio-sanitaria e socio-assistenziale integrata, in linea con lo spirito della stessa legislazione regionale in merito che mira alla integrazione delle filiere socio-sanitarie e alla presa in carico integrale dell’utente, tesa a rispondere a 360 gradi alle sue esigenze. Nel territorio va rafforzata la presa in carico e la continuità assistenziale a partire dalla riqualificazione della rete ospedaliera, la creazione di strutture intermedie appunto come le case della salute, potenziando servizi ad alta integrazione (salute mentale, dipendenza, anziani, handicap, consultori). Tutto ciò rende fondamentale il principio dell’assistenza fondata sulla centralità della persona in una logica in cui si muovono i servizi e non le persone”.