CronacaPuglia

Chieuti, i consiglieri Dardes e Cataldo chiedono il sequestro immediato del sito di miticoltura

Sequestro immediato del sito di mitilicoltura sito nelle acque di Chieuti e di tutta la documentazione tecnico-contabile posta a supporto del titolo concessorio rilasciato dall’ente Comune. E’ la richiesta avanzata da due consiglieri comunali di opposizione, l’ex sindaco Lucia Dardes e Nino Cataldo, contenuta in un esposto-denuncia inviato alla Procura della Repubblica di Foggia, Prefettura, Anac, Procura della Corte dei Conti di Bari, Ministero delle Politiche agricole e della Pesca, Regione Puglia, Guardia di Finanza, Parco del Gargano.
L’accusa è violazione di tutte le leggi in materia, regionali e nazionali, da parte del sindaco, Diego Iacono, e dell’ex dirigente dell’Ufficio tecnico, l’ingegner Pietro Vocale, a beneficio della società ‘Lagomare srl’ di Matteo D’Aloia. Secondo i consiglieri va guardata la tempistica: il titolo (che ha la durata di 4 anni e 4 mesi) risale al 20 novembre 2017, esattamente 48 ore prima del dissesto finanziario (programmato e dichiarato il 22 novembre 2017) che ha fatto decadere di diritto dall’incarico il responsabile dell’Ufficio comunale, colui che ha materialmente dato la concessione.
I consiglieri Dardes e Cataldo, poi, entrano nel merito della faccenda; secondo la loro tesi, Vocale non avrebbe potuto rilasciare la concessione (competente sarebbe il Ministero), né la questione è giunta in consiglio comunale; il titolo, in soldoni, sarebbe stato rilasciato in spregio a tutte le normative di settore e la documentazione prodotta sarebbe priva dei riferimenti dei siti di interesse comunitario (S.I.C.) e zone di protezione speciale (Z.P.S.) o comunque, classificate protette, di redazione del piano di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e della documentazione circa gli studi “meteo-marini”, per valutare l’impatto sulla linea di costa dell’opera, nonché di autorizzazioni paesaggistiche.
L’impianto è composto da 15 filari “monoventie” da 18 metri, disposti in parallelo tra di loro ad una distanza di circa 60 metri, situato nei presi della foce del Torrente Saccione, un corso d’acqua “iscritto e classificato nel registro delle Acque pubbliche della Regione Puglia”, al confine tra Puglia e Molise, e sui cui pende il divieto delle legge regionale.

 

 

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