Chiusa la dodicesima edizione di ‘Olivarum’
La dodicesima edizione del concorso “Olivarum” promossa dal Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata si è chiusa con cerimonia ufficiale il 15 giugno a Matera con numerose menzioni assegnate alle produzioni olivicole del territorio provinciale dando giusto risalto all’immagine della nostra regione ed all’eccellenza delle sue produzioni agro-alimentari. Ospite lo chef televisivo più noto, Gianfranco Vissani, conoscitore dei nostri luoghi e delle loro tipicità: sua l’idea, durata purtroppo appena nove mesi, nonostante l’entità anche economica dell’impegno, di rilanciare una masseria confiscata dallo Stato nel territorio murgiano. Vissani è un conoscitore senz’altro attento e scrupoloso dei luoghi e dello loro storie, ed è probabilmente per questo ordine di motivi che la folta platea istituzionale ed imprenditoriale presente mai si sarebbe aspettata talune avventurose sue dichiarazioni che hanno sortito l’effetto di “fiocinare” al cuore il sistema di eccellenza paradossalmente messo in vetrina dallo stesso evento.
Lo chef, nel corso di un intervento teso ad avvalorare la promozione dei prodotti olivicoli e cerealicoli quali protagonisti indiscussi della Dieta Mediterranea, proclamata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’Umanità, con deciso piglio negazionista ne ha stigmatizzato qualità e valore, nel silenzio generale ed attonito del pubblico presente che avrebbe dovuto attendere appena qualche minuto per ricevere una ulteriore puntualizzazione in ordine alla necessità di promuovere la qualità IGP del pane di Matera nonostante, come dal Vissani ricordato, i pochi chilometri ed i grandi numeri della produzione DOP altamurana. Al di là del prestigio riconoscimento UNESCO, è utile e non superfluo ricordare che la Dieta Mediterranea raccoglie gli elementi del patrimonio culturale immateriale considerati rappresentativi dell’umanità ed è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, sempre in rispetto delle tradizioni, delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una sintesi tra l’ambiente culturale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare.
Sempre utile e non superfluo rilevare che il pane IGP di Matera, andando oltre le origini, la tradizione e la storia, evidentemente e volutamente non ha i grandi numeri, come dal Vissani ricordato, di Altamura nè l’indubbio primato della leadership della presenza sui mercati ma punta decisamente sulla produzione di qualità e sulla conquista di nicchie di mercato diversificate, di sicuro non legate ai circuiti della grande distribuzione.
Questa serie infinita di “atti culturali” meriterebbe di certo maggior cura, magari critico interesse, non irriverente sprezzo sia pur formalizzato dalle parole e dai gesti di un anchor-chef, resi ancor più ridondanti dal contesto – questo lo vogliamo ricordare soprattutto a chi ha certamente curato i dettagli dell’organizzazione compresa la partecipazione dell’ospite – che era, è, e dovrebbe restare una manifestazione finalizzata alla promozione dell’immagine dei nostri territori e delle rivenienti eccellenze, Dieta Mediterranea e Pane di Matera compresi. Vissani permettendo, ovviamente.