Chiuse le indagini a carico degli autori dello smaltimento di 31.000 mc di rifiuti speciali liquidi scaricati nel Basento
I Carabinieri Forestali hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera ai responsabili di Tecnoparco, Syndial, Drop e funzionari dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera. Le indagini dei Carabinieri Forestali del NIPAAF (Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di Matera sono iniziate nel marzo 2012 su delega dell’Autorità Giudiziaria di Matera.
Tra l’area industriale di Ferrandina e quella di Pisticci, il Consorzio Industriale della Provincia di Matera aveva costruito una condotta fogniaria che, attraverso l’impianto TRAF di Pantaniello, permetteva lo smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti a Ferrandina dalla Società Drop, specializzata nella produzione di filati tecnici, e dalla Società Syndial. Attraverso tale condotta i rifiuti liquidi sarebbero dovuti pervenire presso la Tecnoparco Valbasento, ubicata a Pisticci Scalo, per essere smaltiti dalla stessa Società che gestisce la condotta.
La Syndial è una società che dal 1999 gestisce una superficie di 12 ettari in cui sono stati collocati i terreni inquinati derivanti dalla bonifica dell’area ex- Liquichimica di Ferrandina. In tale discarica, che prende il nome di “area diaframmata” in quanto è limitata da un muro di diaframma che la isola dal vicino greto del fiume Basento, la Syndial deve, su prescrizione del Ministero dell’Ambiente, provvedere all’emungimento dei rifiuti liquidi dalla suddetta area, situata all’interno del Sito Inquinato di Interesse Nazionale Val Basento e al loro trasferimento presso gli impianti della Tecnoparco, per il successivo trattamento, attraverso la condotta fogniaria.
Tale condotta, durante l’alluvione dell’1 e 2 marzo 2011, che colpì tutta l’area del Metapontino, fu danneggiata dall’esondazione del Basento, come emerse dagli accertamenti svolti dall’ex Corpo Forestale dello Stato (Carabinieri Forestali dal 2017) e da quel momento, fino all’intervento nel 2012 dei Carabinieri Forestali i rifiuti liquidi si sono sversati sul suolo e, per caduta, nel fiume Basento e quindi nel mare, cagionando un danno all’ambiente con pericolo per le persone, inconsapevolmente esposte dal 2011 al 2014, determinato dalla presenza di percolato emunto dall’area diaframmata costituito da manganese, cloruro di vinile dicloretano, dicloroetilene, tricloroetilene e tricloretano sversato nella quantità accertata di 31.688 mc corrispondenti a circa 1000 autobotti, dalla Syndial per un volume di 14.252 mc e dalla Drop per un volume di 17.436 mc.