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La Cia fa il calcolo delle fitofapie aggressive

La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori ha fatto il punto sulle fitopatie aggressive, alcune anche nuove, che hanno falcidiato coltivazioni simbolo delle nostre produzioni di qualità. Le stime, per difetto, hanno calcolato che in Italia sono stati persi ben 500 milioni di euro per la mancata produzione. Le castagne, come hanno segnalato i castanicoltori di Melfi e del Vulture, pagano il conto più salato, con una produzione calata del 20-30% rispetto a quella precedente. Grossi contraccolpi si sono registrati anche per l’extravergine d’oliva, che in Basilicata subisce perdite di produzione del 40%, il miele e gli agrumi.
“Riteniamo che sia arrivato il momento per intraprendere un’azione straordinaria sul fronte delle emergenze fitosanitarie, da affrontare in maniera organica a livello Ue e nazionale, Chiediamo azioni più incisive, tanto per la prevenzione quanto per i risarcimenti alle perdite di reddito subite dagli agricoltori. In tal senso, occorre mobilitare tutte le opportunità presenti nei Psr ancora in corso di spesa”, si legge in una nota della Cia.
Per il presidente nazionale dell’organizzazione, Dino Scanavino, le misure d’indennizzo previste per i danni prodotti siano fortemente inadeguate, così come gli strumenti di prevenzione. Le attuali soluzioni tecniche e agronomiche non sono in grado, al momento, di dare i risultati sperati. Ecco la ragione per cui la ricerca, in questo campo, andrebbe maggiormente incentivata visto che il problema va tutt’altro che sottovalutato.

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