Ciccio e Tore, no alla riesumazione dei cadaveri
“L’indagine si svolge sulla base di cose già fatte. Sono in corso delle verifiche. Tecnicamente non ci possono essere forme di riesumazione, anche perchè non avrebbero senso”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, il quale ha confermato l’attenzione degli inquirenti sulle circostanze della morte di Francesco e Salvatore Pappalardi dopo la riapertura delle indagini chiesta e ottenuta dalla mamma dei fratellini, Rosa Carlucci, la quale si è detta favorevole a una eventuale riesumazione dei cadaveri. Secondo la Carlucci, i figli sarebbero morti per una prova di coraggio e, il giorno della loro caduta, non erano soli: la donna, infatti, nell’esposto ha fatto riferimento a 5 ragazzi, all’epoca minorenni e amici di giochi dei figli, che quel giorno si trovavano con Ciccio e Tore nella casa delle cento stanze.
Per la cronaca, l’autopsia stabilì che i due bambini morirono lo stesso giorno della scomparsa. Prima del ritrovamento dei due fratellini, il padre dei due, Filippo Pappalardi, finì in carcere con l’accusa di aver ucciso i figli e di averne occultato i cadaveri. L’uomo fu scarcerato solo quando vennero ritrovati i corpi e si accertò che la verità era un’altra. Pappalardi, poi, ha avviato un procedimento per la richiesta di risarcimento danni per ingiusta detenzione.