CITTA’ DEL SUD: I Quartieri – Solito Corvisea tra storia e dialetto
Un’attenzione particolare alla donna, nella grande guerra, è stato l’incontro presentato nei “Venerdì Culturali di Presenza Lucana” della scorsa settimana.
Si ricorda che dopo la guerra, nel 1919 fu votata la prima legge, Sacchi, che cancellava definitivamente l’autorità maritale affermando l’esercizio, da parte della donna, delle professioni e di buona parte degli incarichi anche pubblici.
Nell’appuntamento del prossimo Venerdì nell’ambito della cartella “Città del Sud: i quartieri” sarà presentato da Aldo Simonetti (studioso e appassionato di “res tarantinae) “Solito Corvisea, tra storia e dialetto”. Moderatore dell’incontro Pinuccio Stea, autore della Storia di Taranto dal 1945 al 2005 in cinque volumi.
Solito e Corvisea erano due masserie ubicate nella parte orientale dell’area urbana di Taranto.
La prima, costruita nel 1637, apparteneva ai Solito De Solis famiglia di origini spagnole, tra le più in vista nella Taranto del XVIII secolo e proprietaria di molti fondi.
La seconda faceva, con probabilità riferimento alla presenza di “Couvisiers” battitori di lana ivi insediatisi in età napoleonica. L‘area del futuro quartiere, costituisce una vasta necropoli della città. Qui nel 1959 fu trovata la tomba dell’atleta risalente al V secolo a.C.
La prima opera di urbanizzazione del futuro quartiere fu la costruzione durante la grande guerra dei “villini” piccoli edifici in stile liberty e tutt’ora abitati tra le vie Genova, Cagliari Zara.
Negli anni venti furono costruite “le dieci palazzine” una schiera di fabbricati a due piani destinati a uso ufficio e militare e dopo trasformate in abitazioni civili. Sempre su questa strada “la Via per Lecce”, chiamata poi Cesare Battisti, furono costruite altri edifici popolari, tuttora esistenti.
E’ da ricordare che tutto il resto era campagna con prevalenza a vigneti.
Da metà degli anni cinquanta e per quelli successivi si assiste a un vero boom edilizio. Viale Venezia strada ancora sterrata nelle foto di tale periodo, diventa uno dei nodi principali della città, acquisendo il nome di Viale Magna Grecia.
La diversa provenienza dei nuovi abitanti che occupano questi luoghi, rimodella le forme dialettali creando dei nuovi linguaggi.
“Qui passò Annibale. Successivamente, San Pietro. Vi posò piede il dominatore spagnolo, quello francese. Vi spirarono i venti del Regime, dello stile Liberty e dell’industrializzazione. I due volti del quartiere Solito Corvisea: quello moderno, riflesso dell’espansione urbanistica, e quello antico, in relazione alle varie vicissitudini storiche. Due opposti che convergono e i cui effetti si riflettono sul dialetto adoperato nel medesimo rione, che varia da quello tradizionale, più ”vernacolare”. Un focus’ storico e linguistico su una delle aree di Taranto più eterogenee e sviluppate, secondo un punto di vista diverso dal solito.” (A. Simonetti)
Michele Santoro