“Combattiamo il fenomeno del voto di scambio”
A pochi giorni dalle votazioni, il candidato consigliere comunale Cinzia Scarciolla si sdegna per il fenomeno dilagante del voto di scambio che opprime la libertà di espressione dei suoi concittadini. Sono tanti gli elettori che le dicono di aver già preso un impegno al voto con un amico, un familiare o peggio ancora con uno sconosciuto amico di un amico, soltanto per non deludere una promessa strappata a chi non ha spesso ancora avuto la possibilità di costruirsi una libera opinione sui candidati. Per avere un’idea pratica di quanto la campagna elettorale per le comunali di Matera, per quanto concerne l’elezione dei consiglieri, sia distorta, basta riflettere sui seguenti dati: Comunali Matera: 24 liste con 60 mila abitanti; Elezioni Regionali 2015: Campania 24 liste con quasi 6 milioni di abitanti; Puglia, 19 liste, 4,1 milioni di abitanti; Veneto quasi 5 milioni di abitanti 19 liste in corsa. Umbria 16 liste, quasi 1 milione di abitanti, Toscana 10 liste quasi 4milioni di abitanti. “Bisogna trovare la forza di indignarsi davanti ai metodi cui stiamo assistendo in questa campagna elettorale. Non è la prima volta, lo so, ma adesso, con Matera Capitale 2019, è davvero indegno. A volte mi sembra di stare in uno di quei paesi non democratici, che chiamiamo terzo mondo. Qualcuno ha ripresentato lo stesso meccanismo proposto 5 anni fa, poiché obiettivamente riuscito. Tante liste con improbabili candidati che giocano a fare politica, poiché non basta più rimanere in tribuna a fare il tifo. Devono mettersi in gioco, così sono stati motivati, io direi strumentalizzati e usati come macchina di un falso consenso che si gioca solo sulla somma di numeri, invece che sulla somma di idee. Tra i candidati consiglieri vige il principio del voto familiare, criterio prevalente, nella maggior parte dei casi, per ottenere voti: immaginiamo gli stessi candidati perorare una causa in consiglio comunale? Immaginiamo gli stessi svolgere attività politica in un partito subito dopo le elezioni? Risposte come “Devo votare mia nipote perché altrimenti facciamo lite, perché mi controlla al seggio” tagliano le gambe al nostro futuro, alla politica, e chi, come me, ama la politica vera, quella ideale e non quella di bottega, non può che uscirne affranto. Di che qualità sono questi consensi? Dove portano? Che cultura può esprimere un territorio dove le elezioni sono frutto di una coazione familiare al voto? Proviamo a combattere questo sistema. Opponiamoci, rifiutando di sentirci obbligati, scegliamo liberamente e ragionevolmente, perché qualcuno sta compiendo un delitto vero e proprio a discapito di una sana democrazia.”
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