Comitato spontaneo Zes Lucana 2017: lettera al presidente Marcello Pittella
Egregio Presidente Marcello Pittella,
nel Mezzogiorno sono ancora molte le imprese che rischiano la chiusura a causa di una crisi che ha fatto sentire i propri effetti in maniera prorompente. Difficoltà di investimenti e di accesso al credito, troppa burocrazia. Il sistema fiscale già penalizzante in tutto il paese lo è ancor di più al sud in un contesto economico molto più debole. Queste sono le principali cause del crollo di tante aziende, alcune delle quali radicate per decenni nel tessuto imprenditoriale della nostra regione.
Al Nord si avvertono alcuni segnali di ripresa e questo lascia ben sperare per il Sud Italia che generalmente segue con ritardo l’evoluzione delle economie più forti del paese. Certamente questa prolungata crisi lascia presupporre che nulla sarà come prima e quindi per le aziende è necessario fare tesoro dei problemi riscontrati in passato e ripartire con il piede giusto.
Il Comitato spontaneo ZES LUCANA 2017 ha operato alla luce del sole dal mese di settembre nell’esclusivo interesse del territorio lucano e delle sue imprese, nell’auspicio che un’area Zes potesse attrarre anche imprese internazionali e che l’area industriale della Val Basento potesse tornare ad essere operativa, essendo l’unica area di interesse strategico come retroporto di Taranto e sulla quale speriamo si possa ancora attuare la piattaforma logistica intermodale.
Il Comitato, sin dal mese di settembre 2017, ha ospitato a Matera il presidente mondiale della FEMOZA; è stato ascoltato da parlamentari a Matera e a Roma; ha invitato i sindacalisti presso la locale Camera di Commercio ed ha incontrato i presidenti delle Autorità portuali pugliesi e partecipato anche ad un seminario di studi organizzato dall’Università di Bari presso la sede di Taranto.
Tutta questa attività è stata rendicontata dalla stampa locale e nazionale. Anche la Regione Basilicata, nella sua persona ed in quella dell’assessore al ramo, è stata invitata ai nostri tavoli tecnici, cui erano presenti il sindaco di Matera, Avvocato Raffaello De Ruggieri, parlamentari e tecnici del Ministero della Coesione e quindi ha avuto modo di conoscere la nostra attività di studio e ricerca, apprezzata dal presidente della Svimez, professor Giannola, e dal Magnifico Rettore di Bari, professor Antonio Uricchio.
Il Comitato, in tutti questi mesi, si è impegnato in maniera assolutamente volontaria ed a proprie spese nel solo interesse del territorio lucano, senza chiedere prebende o ruoli di preminenza politica, dichiarando pubblicamente di voler accompagnare la Regione Basilicata nel non facile percorso della stesura di un Piano Strategico.
Il Comitato, grazie ai professionisti ed imprenditori che hanno sposato questa volontaria iniziativa, ha redatto da tempo una bozza di “Suggerimenti per un Piano Strategico”, già di pubblico dominio. Il consulente economico del Ministero per la Coesione e lo stesso Ministro De Vincenti, oltre il professor Antonio Uricchio, hanno ritenuto tali “suggerimenti” un valido lavoro scientifico da supportare ed affinare.
L’assessore regionale alle politiche di sviluppo ha recentemente dichiarato che la Regione Basilicata sta lavorando al progetto ZES interregionale dal 4 agosto 2017 in un “silenzio operoso” e oggi apprendiamo dalla stampa che è finalmente pronto un documento di indirizzo “Position Paper” di cui si hanno vaghe notizie.
Il Comitato non può che essere soddisfatto per quanto la Regione Basilicata ha sin qui prodotto, anche a seguito delle ultime sollecitazioni dell’onorevole Ludovico Vico alle due Regioni, nell’interesse del retroporto di Taranto e quindi dell’area della Val Basento.
Nulla, tuttavia, è noto in ordine al comunicato ANSA secondo cui la Giunta regionale di Basilicata avrebbe approvato un “Position Paper”, cioè un documento che fissa i punti di condivisione con la Regione Puglia. Un simile documento di posizione (position paper) non è estraneo alla funzione del Comitato, sia in senso critico, che in senso solidale.
Il Comitato, essendo una presenza attiva in entrambe le Regioni, dialogando con gli amici di Taranto in modo particolare, né seguirà gli sviluppi delle intese, poiché intende condividere e sostenere ogni attività della nostra Regione, che porti allo sviluppo anche della Val Basento.
Sarà condiviso, in ogni caso, l’indirizzo per una corretta ed efficace politica industriale, soprattutto dopo il 4 marzo, in quanto nel periodo di campagna elettorale risulta non credibile ogni manifestazione di intenti nell’interesse del territorio, anche se stringe il tempo per la candidatura del Piano Strategico. D’altronde, prima di questa campagna elettorale, nulla è stato di dominio pubblico in ordine al potenziamento industriale del territorio lucano, pur avendo la Regione lavorato in un “silenzio operoso”.
Tutto questo non basta se non si riscopre la capacità di fare sinergia, soprattutto quando ci si approccia ad invitare i mercati internazionali a conoscere l’area ZES lucana per eventuali insediamenti di industrie estere nell’area industriale di Ferrandina, indicata già dalla delibera di giunta del 4 agosto 2017 e ribadita dal Presidente Pittella nella Sala Mandela del Comune di Matera anche alla presenza del Ministro De Vincenti il 18 settembre, quando la Confapi denunciò che per l’ennesima volta la Regione Basilicata aveva “dimenticato” di invitare l’Associazione a un incontro di grande importanza per il sistema imprenditoriale.
In quella sede la Regione Basilicata sembrava aver fatto un passo avanti per la Zona Economica Speciale di Ferrandina, da finanziare con il Patto per la Basilicata. Fu dichiarato che la giunta regionale preferiva la piattaforma logistica per l’ortofrutta del Metapontino per una relazione privilegiata con il porto di Taranto e veniva confermata la centralità della piattaforma di Ferrandina, come suggerito fra l’altro da uno studio specifico accolto dal governo regionale e allegato alla delibera del 4 agosto 2017. Poiché dobbiamo lavorare per priorità, resta inteso che per la Regione Basilicata prima di tutto viene la piattaforma di Ferrandina, da realizzare con le risorse finanziarie già previste da tempo e per un territorio già storicamente vocato all’attività industriale.
La ZES con il baricentro della piattaforma logistica di Ferrandina può innescare un nuovo processo di riorganizzazione delle aziende secondo il diverso contesto economico e di mercato, utilizzando la prossima semplificazione e riduzione fiscale. Se la politica e le entità culturali sapranno proporre una nuova rivoluzione industriale, gli imprenditori, per l’innata concretezza, saranno pronti alle sfide del futuro.
Per questo l’ente pubblico dev’essere chiaro, pubblicizzando fini, interessi e priorità sociali.
Il Comitato ZES LUCANA 2017