Community Library – Biblioteche di Comunità, la Puglia investe in cultura, partecipazione e coesione sociale delle comunità
E’ stato presentato oggi a Bari il bando Community Library – Biblioteche di Comunità, con la firma dei primi sei disciplinari. Senza questo l’atto di oggi non sarebbe stato possibile avviare i procedimenti per 111 progetti: si tratta infatti della più grande operazione di finanziamento delle biblioteche di comunità della Puglia e non ha precedenti in Italia. Il coinvolgimento delle amministrazioni locali, delle associazioni di categoria, delle istituzioni scolastiche e universitarie, degli enti e dei cittadini, anche giovanissimi, sostenuto perché alla base dell’azione di area vasta e di coordinamento della Regione, viene oggi rappresentato dagli esiti del bando Community Library.
Il bando Community Library – Biblioteche di Comunità, nell’ambito della “Strategia Smart In – Sostegno Memoria Arti Resilienza Territorio e Ingegno” è stato pubblicato lo scorso 15 giugno a cura dell’Assessorato all’Industria Culturale e Turistica. I risultati sono stati presentati oggi dal presidente della Giunta Regionale e dall’Assessore alla Cultura e Turismo. Oggi sono stati firmati i primi sei disciplinari con i Comuni per permettere l’avvio delle procedure, gli altri saranno nell’arco di queste settimane.
La sfida lanciata è stata: “Non più un euro per il restauro, senza un progetto di fruizione”, e si è investito quindi sulla pianificazione strategica pluriennale. Da qui la scelta di intervenire sulla infrastrutturazione complessiva del sistema culturale. In quest’ottica si è inserita la strategia “Smart In” e – in particolare – l’avviso sulle Biblioteche di Comunità presentato oggi, che è la più grande operazione di infrastrutturazione culturale d’Italia.
I progetti sono in gran parte già cantierabili, con un soggetto gestore già esistente e sono condivisi con il territorio. Il 64% dei comuni pugliesi ha partecipato al bando: 41 a Bari con 23 istanze finanziate per un totale di 28 milioni, 20 comuni a Brindisi con 9 istanze finanziate per un totale di 10 milioni, 10 nella BAT con 7 istanze per un totale di 7 milioni di euro, 61 comuni a Foggia con 27 istanze per un totale di 27 milioni di euro. A Lecce sono 97 comuni per 32 istanze con un totale di 31 milioni di euro, a Taranto i comuni sono 29 per 13 istanze con un totale di 14 milioni di euro. In Puglia quindi ci saranno 123 nuovi presidi di comunità, distribuiti in tutto il territorio pugliese attraverso una rete capillare e integrata. Ogni città avrà finalmente la sua Biblioteca di comunità, dalla più piccola fino alle aree metropolitane, dal Gargano al Salento, in una delle più straordinarie pagine di partecipazione che la Puglia abbia mai vissuto.
I NUMERI
I dati della partecipazione: 162 enti ed aggregazioni partecipanti; 135 progetti valutati come ammissibili (punteggio superiore a quello minimo previsto dal bando); 111 progetti finanziati, per la realizzazione di 123 luoghi di ritrovata comunità. Dal punto di vista dell’investimento finanziario l’impegno della Regione, che impiega in tal modo ed in maniera efficace e celere i fondi del Fesr 2014-2020 (azione 6.7), ammonta a 120 milioni di euro che generano impatti immediati in termini di cantieri aperti (lavoro e impresa) pari a 39 milioni (corrispondenti ai 43 progetti esecutivi con pareri e livelli unici di progettazioni di servizi che da domani potranno essere appaltati).
Se a questa cifra applichiamo il moltiplicatore del rapporto Symbola (“ 1 euro investito in cultura genera 1,8 euro”) 39 milioni generano oltre 210 milioni di lavoro e impresa. In termini di stimolo e sviluppo di attività innovative e servizi culturali avanzati (nuove tecnologie; creatività…) 14 milioni di euro saranno profusi per il potenziamento e la riqualificazione delle biblioteche esistenti, con risultati immediatamente visibili per le popolazioni che si riappropriano, in tal modo, dei luoghi delle tradizioni e delle identità, a beneficio di una ritrovata consapevolezza del valore della lettura e della trasmissione dei saperi.
La Regione, attraverso una strategia complessiva (“Smart in”) e con il primo bando che impiega ben 120 milioni (sei volte le originarie risorse previste), ha dimostrato, e continuerà a farlo, di supportare e accompagnare i territori in una sorta di “forum sociale”permanente, che si traduce in una metodica di partecipazione stabile in grado di portare benessere culturale e sociale diffuso in luoghi aperti, vivibili, identitari e pienamente fruibili ed accessibili.
“Si tratta del più grande investimento in cultura popolare – ha detto il presidente della Regione Puglia – s i tratta di dare la possibilità a tutti i comuni che rientreranno in graduatorie di investire una somma incredibile che è dedicata soprattutto alla possibilità da parte di ciascun cittadino pugliese di accedere alla cultura in forme moderne e tradizionali. Parliamo di biblioteche dove vengono custoditi volumi importantissimi ma anche della diffusione di cultura attraverso nuove tecnologie. Favoriamo così l’integrazione tra scuole, istituzioni culturali,associazioni e Comuni. Sono stati presentati dai Comuni progetti strepitosi che ci hanno indotto poi a quasi raddoppiare l’investimento previsto inizialmente. Di questo modello si sta interessando il mondo della cultura anche a livello internazionale. Un modello partecipato che, partendo dal basso, viene progettato da Comuni, associazioni e comunità culturali, e poi viene recepito dalla Regione dentro un piano strutturato e razionale”.
“120 milioni di euro per 123 presidi di comunità – ha dichiarato l’assessore all’Industria Culturale e Turistica – Tante sono le istituzioni coinvolte, i sindaci hanno fatto davvero un grande lavoro con la base di un incentivo che viene dalla Regione Puglia e con un piano e una precisa volontà politica: costruire infrastrutture culturali all’interno della
nostre città per superare un gap italiano. Pensate che in Trentino Alto Adige c’è una biblioteca ogni 3.600 abitanti. In Campania ce n’è una ogni 16mila, in Puglia una ogni 14mila: questo ci dà contro quanto servano queste infrastrutture, quanto possano dare opportunità ai giovani, per consolidare le proprie conoscenze, per diventare
eccellenza. Opportunità di piazze del sapere, di luoghi in cui ci si aggrega, non solo si va a studiare, dove non si utilizzano solo volontari in maniera estemporanea, ma ci si fonda sulle competenze. Ecco, tutto
questo una biblioteca lo può generare, facendo sì che si risponda al nostro principio “non un euro per il restauro del patrimonio senza un progetto di fruizione. Questo abbiamo chiesto ai sindaci, i sindaci hanno risposto, hanno prodotto la più ampia partecipazione che sia stata generata in Puglia, con le scuole, gli altri presidi bibliotecari, oggi siamo qui ad avviare i primi risultati ma anche a dare un importante occasione per il futuro, perché l’Unesco ha deciso di fare in Puglia il forum internazionale delle Community Libraries e dello sviluppo urbano. Sostanzialmente le strategie nostra e dell’Unesco convergono sulle biblioteche di comunità. Le infrastrutture saranno diffuse dal Salento all’alto Gargano, in tutta la Puglia”.
L’incontro ha ospitato anche l’intervento di Nuria Sanz dell’Unesco, promotrice del Forum internazionale sulla cultura e lo sviluppo nelle aree urbane, e il suo annuncio di tenere in Puglia la prossima edizione del Forum. “Da sempre – ha detto – proponiamo il concetto di cultura come grande patrimonio sociale diretto a promuovere l’equità sociale. Per questo L’Unesco si congratula per questa iniziativa Smart In della Regione Puglia, sottolineando la coerenza di una politica pubblica che realizza un finanziamento all’altezza dei suoi propositi. Noi abbiamo sempre sostenuto che la periferia racchiude un enorme patrimonio culturale e da sempre lavoriamo all’ interno di una concezione di cultura come forma per ristabilire la volontà del territorio. La Lettura è alla base della convivenza pacifica. Un concetto di Biblioteca vicino e non solo introspettivo, luogo di attività collettive e progettuali, uno spazio di dialogo locale, ma locale con il mondo, sono convinta sia un’opportunità di collaborazione che può generare benefici per l’ insieme della comunità internazionale”.