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Competitività Puglia, Borraccino ‘punge’ Stefàno

Una nota dell’assessore Borraccino:

“Evidentemente in vena di polemiche, il sen. Stefàno estrapola un dato dall’indice di competitività delle Regioni UE pubblicato dalla Commissione Europea e conclude che la Puglia è il fanalino di coda. E aggiunge che “non abbiamo compreso la gravità della situazione”.

Se assumiamo questo dato, senza valutare tutta una serie di altri indicatori, “non ci resta che piangere”, per dirla con Benigni e Troisi. Ma per fortuna le cose non stanno così, ed è certo che non stanno cosi! 

Nell’analizzare la situazione economica attuale della Puglia, dobbiamo evitare considerazioni generiche, spesso dettate da impressioni del momento, invece che da dati di fatto.

Ricordo in premessa che come Paese Italia siamo in una situazione non lusinghiera, diciamo di stagnazione da molti anni. Tuttavia, se non altro per non smarrire la memoria storica recente, sento il dovere di riassumere alcuni dati di realtà relativi alla nostra Regione. 

Negli ultimi quattro anni in Puglia il PIL è aumentato del 4,5%, gli occupati sono cresciuti del 9% e le esportazioni sono aumentate dell’1.5%. 

I dati del PIL, degli occupati e dell’export si riferiscono al triennio 2015, 2016, 2017 e 2018 . La fonte è l’ISTAT che ha diffuso gli indicatori, consolidando, nelle elaborazioni di dicembre 2018, le medesime previsioni di crescita. 

Il valore assoluto del PIL sfiora i 69 miliardi di euro. 

Certo, occorre ancora molto lavoro per tornare al valore pre-crisi del Prodotto interno lordo, che fu pari a 72 miliardi di euro nel 2008. 

Tuttavia questa crescita costante per quattro anni di seguito e la risposta delle imprese agli strumenti di incentivazione regionale, sono un segnale forte di dinamismo e di volontà di crescere da parte del tessuto imprenditoriale pugliese. 

Con la nuova programmazione dei fondi strutturali, gli incentivi alle imprese attivati dalla Regione Puglia e gestiti dalla società in house Puglia Sviluppo hanno generato al settembre de 2019 una risposta pari ad oltre 4,2 miliardi di euro in termini di investimenti, di cui 1,6 miliardi cofinanziati dalla regione Puglia, (c’è da supporre che una tale mole di investimenti esprime il gradimento nei confronti dei nostri strumenti).

Gli incrementi occupazionali ammontano a circa 22mila  unità e consolidano anche l’occupazione precedente, portando il numero totale a 91.301 unità. 

Per l’occupazione siamo vicinissimi ai valori precedenti alla crisi.

La Regione ha sostenuto le imprese in questo percorso attraverso una politica industriale strutturata che mettendo a disposizione strumenti di incentivazione “a sportello”, cioè privi di scadenza, non ha mai interrotto l’iniezione di liquidità in favore del tessuto produttivo.

Un altro dato rilevante è l’aumento del volume delle esportazioni pugliesi: il fatturato export cresce in Puglia, in termini percentuali l’1,5%.

Lo sbocco sui mercati esteri ha rappresentato una delle reazioni più significative alla crisi. In questo senso l’indicatore dell’export costituisce davvero un caso straordinario di resistenza e di miglioramento.

Gli investimenti dei gruppi esteri in Puglia superano ormai il 51,6% del valore dei progetti presentati con i Contratti di Programma. Abbiamo in Puglia 17 progetti di investimento provenienti da Germania, Francia, Olanda, Turchia, India, Stati Uniti e Canada. I nostri incentivi sono potentemente attrattivi per multinazionali e gruppi esteri. Questo per noi è un enorme valore aggiunto, perché cresce l’occupazione della Puglia e, allo stesso tempo, la ricerca sulla quale le imprese stanno investendo resta tutta sul territorio.

Un articolo de “Il Sole 24 Ore” pubblicato il 14 agosto scorso, dal titolo Bari regge l’urto della fuga dal Sud grazie a piano casa, turismo e Ict cita fra l’altro l’ultimo rapporto SVIMEZ, secondo cui con l’Abruzzo e la Sardegna, la Puglia è tra le regioni del Sud che, col suo +1,3%, registra nel 2018 uno dei migliori tassi di sviluppo, in uno scenario nazionale che non supera lo 0,….

Ciò dipende da un mix di fattori, dal piano casa agli incentivi della Regione alle imprese interessate a investire.

Commentando poi il fenomeno negativo dei giovani che lasciano la Puglia per il Nord Italia o per l’Europa, oggi possiamo cominciare  a vedere anche il fenomeno inverso con le imprese: per esempio, la Ficons, azienda informatica , ha portato il suo quartier generale da Milano a Bari ed ha anche uno sviluppo occupazionale interessante; insieme ad altre realtà di punta, come Exprivia e MacNil nel settore dell’innovazione tecnologica e MerMec, leader nell’ispezione ferroviaria. 

Si aggiorni, il sen. Stefàno. 

La Puglia di oggi non è più quella regione arretrata e assistita che è stata nel passato. 

Dal 2005 ad oggi – compreso il periodo di 4 anni in cui lui è stato Assessore regionale – ha potuto contare su una classe dirigente che ha saputo guardare al futuro e fronteggiare una crisi economica che è andata aggravandosi negli anni e che oggi rischia di far precipitare il mondo in conflitti che credevamo superati per sempre, come quelli provocati dal neoprotezionismo dell’America di Trump.

Peraltro questo merito ci viene riconosciuto per intero, al di là delle polemiche politiche spicciole, non solo da un giornale prestigioso come “Il Sole 24 Ore”, ma anche da SVIMEZ, ISTAT, UNIONCAMERE e BANCA D’ITALIA, per citare soltanto alcune fonti.  

Insomma, nonostante tanti problemi, ci abbiamo saputo fare. Abbiamo intrapreso la strada giusta  e su questa adesso occorre continuare.

A chi (e a cosa) giova, allora, gettare discredito sui risultati raggiunti? Capisco le legittime aspirazioni del sen. Stefàno a rientrare nel gioco politico che riguarda le prossime elezioni regionali, ma non condivido il metodo scelto che, facendo a meno di una visione complessiva della situazione, getta un giudizio così tranchant, da oscurare i risultati di un lungo processo di cui egli stesso per un certo periodo è stato protagonista. 

A meno che lui non pensi – ma non lo credo capace di una considerazione così ardita – che lo sviluppo della Puglia abbia avuto inizio e fine con il suo personale impegno di governo nella nostra regione.

Ecosostenibilità ed economia circolare, ricerca ed innovazione, internazionalizzazione ed accesso al credito, queste sono le nostre linee guida per una politica industriale che portiamo avanti di concerto con università, sindacati e sistema delle imprese. 

I risultati ci sono e ci vengono riconosciuti da tutti in Puglia e fuori regione”.

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