Comune di Matera acquisisce la produzione artistica di Augusto Viggiano
La produzione di Augusto Viggiano, è un patrimonio di circa 40 mila fotogrammi (negativi e diapositive) che l’Amministrazione Comunale, ha acquisito, data la sua straordinaria unicità e il grande valore storico per la nostra comunità. Acquisto reso possibile grazie a fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai sensi della Legge 77/2006.
Infatti l’acquisizione dell’archivio fotografico di Augusto Viggiano fa parte di un progetto proposto dall’Ufficio Sassi, che riguarda la realizzazione di un “Archivio multimediale delle fonti storiche: grafiche, fotografiche, cinematografiche e documentali” che costituisce un complemento del “Piano della Conoscenza” , inserito nel “Piano di Azione” basilare per l’implementazione e l’attuazione del “Piano di Gestione” del sito UNESCO “I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera”.
L’acquisizione dell’archivio Viggiano costituisce il punto di partenza, infatti, è intento dell’amministrazione ampliare l’acquisizione con altri archivi altrettanto meritori che costituiranno il recupero della “memoria”, dopo il blackout dello sfollamento degli anni cinquanta e l’abbandono del trentennio successivo. Infatti il conseguente difficile compito della ricostruzione dell’identità fanno parte di un processo che ha bisogno di riconoscersi oggi in un unico contenitore “multimediale”, dove far confluire flashback antichi, meno antichi e recenti, seppure remoti nella coscienza della comunità materana. Si tratta di una vera e propria mnemoteca, un archivio della memoria, che aiuti a ricostruire la memoria collettiva del nostro territorio attraverso la raccolta, la schedatura e la digitalizzazione delle fonti storiche, disperse e disgregate in archivi privati e pubblici, ancora reperibili. Augusto, quasi 80 enne è stato un ex-vice direttore della Biblioteca Provinciale ‘T. Stigliani’ di Matera.
Augusto, oltre ad essere stato bibliotecario, è stato un grandissimo fotografo del territorio, documentandocon la sua inseparabile macchina fotografica –dagli anni 70 agli anni 90, le trasformazioni dei Sassi, dell’ Altopiano Murgico,le tradizioni e i riti religiosi del territorio Lucano (Maggio di Accettura, Madonna di Viggiano, ed altri).Ha testimoniato, tral’altro, la presenza nella nostra comunità di Carlo Levi, documentando il viaggio della sua salma da Roma ad Aliano dove si svolsero i suoi funerali. Immagini uniche di unastraordinaria valenza storica. Nel suo archivio anche scene del set cinematografico “L’ Albero di Guernica” di Fernando Arrabal (1975) girato negli antichi rioni Sassi.
Per Augusto la fotografia è stata la principale ragione di vita insieme alla sua ‘ossessione’ per i libri fotografici. Egli è stato autore di 10 volumi fotografici, ormai introvabili, conprefazioni e commenti di studiosi e antropologi di fama internazionale. Il perito che ha avuto l’arduo compito di valutare la sua produzione scrive di lui e del suo archivio:“Quantificare decenni di lavoro è come misurarsi con una ì vita. Dal punto di vista monetario è francamente compito arduo, se non impossibile. La qualità dei materiali presi in esame è fuori discussione ma, le emozioni, gli intimi sentimenti che ha vissuto Augusto Viggiano,non possono subire la compressione numerica di alcun calcolo numerico freddamente ragionieristico. Si possono cogliere aspetti che emergono dal suo lavoro appartenenti alla sferadell’immateriale e, per forza di cose, il discorso deve essere ampliato ad altre dimensioni. Normalmente è possibile distinguerevari aspetti discorsivi anche quando bisogna occuparsi di fotografia. In questo caso, se i discorsi vengono ricondotti al lavoro di Augusto Viaggiano, emergono due evidenti processi, non certo casuali. Il primo, il più evidente, potrebbe partire immediatamente dall’immagine e, di conseguenza, provocare la parola di chi osserva. Questo processo verbale può andare bene a una prima lettura ma, nel suo modo di esprimersi più autentico, il senso di marcia corretto procede al contrario. Il fondamento è un altro. Credo che ogni singola immagine di Viggiano proceda sempre dalla parola all’immagine. La fotografia è una narrazione in sequenza che segue il monologo interiore di chi le ha catturate, volta per volta. Il suo primo lavoro, decisivo per la formazione futura, emerge continuamente. Anni trascorsi a dirigere una biblioteca lo hanno naturalmente portato a raccontare i luoghi, i volti, gli oggetti. Sempre con l’intenzione di proporre situazioni capaci di risvegliare nel procedere di ogni fotogramma narrato, il ricordo, la memoria di altre storie ancora. E non è forse il ricordo, come diceva Walter Benjiamin che “crea la rete che tutte le storie finiscono per formare tra loro”? Una si lega all’altra, i grandi narratori lo sanno e Viggiano ha saputo raccontare bene, lasciando un’orma profonda fatta di passione e luce in tutti i suoi racconti.”
Questo è Augusto Viggiano, uomo che resterà con le immagini da lui prodotte, immortale per la nostra comunità. E’ stato un lavoro lungo e paziente, segnato da pause, ripensamenti e paure da parte di Augusto. La volontà di cedere all’amministrazione comunale il suo archivio fotografico è maturata naturalmente in lui, rendendolo sereno per questa importante operazione. Un riconoscimento va rivolto, per la sensibilità e l’appoggio al già Ass. Francesca Cangelli ed all’Ass. Paola D’Antonio che ha con impegno e determinazione condotto al raggiungimento dell’obbiettivo; determinazione ed entusiasmo che Ella ha saputo trasmettere anche al personale dell’Ufficio Sassi che ha lavorato per il compimento delle procedure.
Un ringraziamento particolare è dovuto al Capo di Gabinetto Dott. Maria Rita Iaculli e al Segretario Generale Dott. Maria Angela Ettorre, le quali per professionalità e competenze profuse hanno sostenuto gli atti amministrativi. Un grazie va rivolto ai consiglieri comunali, Antonio Sansone e Paolo Manicone per aver instaurato un rapporto di fiducia, lealtà e amicizia con Augusto. Hanno testardamente creduto che tutto ciò si potesse realizzare, consegnando alla comunità materana, quale bene comune questo enorme patrimonio. Evidentemente era scritto che Augusto stendesse un filo sottile ed invisibile con Matera tanti anni fa. Quel filo che nonostante tutto non si è mai spezzato e gli ha permesso di non staccarsi mai da questa terra. Vorremmo che la comunità comprenda che, quello di Augusto, è stato un atto di grande amore per la sua Matera. E noi tutti gli saremo sempre grati.