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COMUNICATO STAMPA Cosimo Mele, sindaco uscente di Carovigno

Alla luce della vicenda Mele – PD sollevata a Carovigno dalla stampa e dai vertici regionali del Partito Democratico, ricordo che l’apertura al PD cittadino non è fatto nuovo e improvviso ma risale a oltre 1 anno fa ed è stata intrapresa in maniera partecipata per portare avanti un progetto comune ovvero il rinnovamento politico, sociale e culturale della città di Carovigno dopo almeno un decennio di amministrazione Zizza.
In questo imbarbarimento del ciclone mediatico si dimentica che sono diventato sindaco nel giugno 2013, presentandomi con il solo supporto di liste civiche, senza appoggi e influenze partitiche, eletto per volere dei cittadini, i quali conoscendomi meglio di chiunque altro, hanno dimostrato di essere più progressisti e più maturi delle grandi penne, dei media e degli stessi sistemi partitici. Sono i cittadini di Carovigno ad aver riposto fiducia nella mia persona consentendomi di dimostrare che un uomo può e deve riscattarsi, superarsi, dare il meglio di sé per una causa comune. Ed è a questi stessi cittadini che ho pensato durante i 19 mesi di amministrazione. Ho pensato a non deluderli, per questo ho fatto e ho fatto tanto. Nel ciclone mediatico nessuno dice quanto di buono è stato fatto in soli 19 mesi, nessuno dice quanti milioni di euro sono stati risparmiati dalle casse comunali, dalla Carbinia (società controllata del Comune) e dunque dalle tasche dei cittadini, nessuno parla di come abbiamo cercato di difendere un territorio ferito a morte dalla mala politica, nessuno pensa ai cittadini di Carovigno che hanno subito abusi e soprusi di scelte personalistiche, di certo non orientate al bene comune ma ad interessi privati. Nessuno parla delle reali motivazioni delle mie dimissioni. Le mie dimissioni sono state causate da ben noti motivi ovvero da richieste di lottizzazione politica, da tentativi di condizionamenti tanto scellerati da andare in senso opposto al bene comune. Nell’impossibilità di accettare tali condizionamenti ho deciso di dimettermi, di circondarmi di forze buone e di ripartire. Per cui oggi, con o senza PD, non mi sento indebolito bensì più forte di prima, perché mi baso su queste forze, nulla di più se non la grinta e la tenacia di sempre.
Quanto alle dichiarazioni dei moralizzatori e del capogruppo del PD in Regione, Pino Romano, dico che di certo non accettiamo la morale da chi, in associazione con altri personaggi, tutti salvati dalla prescrizione – secondo intercettazioni del Nas – compivano azioni “al fine di commettere delitti di turbativa d’asta, abusi d’ufficio, falsi in atto pubblico, corruzione e rivelazione di segreto di ufficio” nelle vicende che ruotano intorno agli appalti della ASL Brindisi.
Ebbene mi rifiuto di pensare che la politica sia un’industria e faccendiera, lo dicono i fatti, lo dice la mia storia politica e personale. Non voglio piatire lapidi o fare la vittima ma voglio togliere il velo di ipocrisia dalla storia di otto anni fa. Dopo otto anni attendo ancora l’esito di un processo che non doveva neppure tenersi data la condanna ad un anno e otto mesi riconosciuta alla Zenobi per estorsione (sentenza del marzo 2014). Eppure nonostante il reato a me imputato sia stato prescritto ho chiesto la sentenza: non cerco prescrizioni ma una sentenza piena di assoluzione. E dunque non serve rivangare la storia di otto anni fa per ricoprire qualche pagina di giornale e nascondere così lotte interne partitiche alla pubblica opinione.
Nel 2013 avevo iniziato un progetto e da questo intendo ripartire nella consapevolezza che le buone intenzioni, l’onesta intellettuale, le opere iniziate saranno premiate alla prossima tornata elettorale. Perché solo agendo onestamente si ottengono risultati e solo informando in modo corretto si genera la conoscenza da cui nasce la vera consapevolezza.

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