Condannata a 3 anni e 3 mesi di reclusione l’ex direttore dell’Asl di Bari, Lea Cosentino
E’ stata condannata a 3 anni e 3 mesi di reclusione l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Per il Tribunale del capoluogo, la Cosentino sarebbe colpevole dei reati di peculato e falso in riferimento alla cosiddetta ‘spy-story’, cioè alla bonifica degli uffici dell’Asl da eventuali microspie. Oltre a lei, sono stati condannati per peculato anche gli altri due imputati coinvolti nella ‘spy-story’, ovvero l’ex capo area della Gestione Patrimonio dell’Asl di Bari, Antonio Colella (2 anni e 3 mesi di reclusione) e l’investigatore privato Antonio Coscia (3 anni e 4 mesi di reclusione).
Per questo stesso processo, sia pure con altre imputazioni, nel 2010 furono arrestati anche il dirigente dell’ufficio legale della Asl di Bari, Leonardo Digirolamo, e l’allergologo Eustachio Nettis, anche se nell’occasione ricevettero i domiciliari. Il dottor Eustacchio Nettis aveva vinto il posto messo a concorso di primario di Allergologia nell’Ospedale di Altamura (Bari), ma la Procura di Bari contestava delle presunte irregolarità per quella selezione. Molto più delicata è stata la posizione di Digirolamo. A chiederne l’assoluzione è stata la stessa Procura, così come accaduto per altri quattro imputati: oltre a Nettis, ci sono anche Agostino Cirillo e Stefano Pucci, rispettivamente primari dei reparti di Allergologia degli ospedali di Caserta e Civitanova Marche, ed il funzionario della Asl di Altamura ,Vito Modesto Mastrangelo. Tutti assolti, ma costretti, in questi lunghi 5 anni, a difendersi in un processo.
La sentenza del processo ha stabilito, dunque, l’assoluzione di 5 persone (Leonardo Digirolamo. Eustachio Nettis, Agostino Cirillo, Stefano Pucci e Vito Modesto Mastrangelo) e 4 condanne, ovvero Lea Cosentino, Antonio Colella, Antonio Coscia e Giuseppe Lonardelli, ex direttore sanitario della Asl di Bari, quest’ultimo condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per il reato di falso. Lonardelli, inoltre, dovrà risarcire la dottoressa Maria Teresa Ventura, parte civile nel processo. Assieme agli altri tre condannati dovrà risarcire anche la Regione Puglia per importi che saranno quantificati in un processo civile.
A caldo, dopo la sentenza, ha parlato l’avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore del dottor Nettis. “Il tempo ancora una volta è stato galantuomo e oggi, a distanza di anni, il dottore Nettis viene dichiarato estraneo a fatti per i quali all’epoca fu del tutto ingiustamente arrestato”