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Confartigianato: “Anche in Puglia l’edilizia traina la ripresa, ma pesano i rincari delle materie prime”

“Il Superbonus del 110% si sta rivelando un portentoso strumento per consentire al settore edile di trainare la ripresa economica nel settore post-pandemia. Tuttavia, l’incremento dei prezzi delle materie prime rischia di ridurre l’impatto di queste agevolazioni che, per forza di cose, sono a tempo determinato. È quindi importante programmare nel migliore dei modi il futuro, anche nell’ottica di quanto previsto dal PNRR”, così Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Imprese Puglia, al margine del convegno promosso da Confartigianato in collaborazione con Staff Network nell’ambito del SAIE Bari 2021: “PNRR e Superbonus: quale futuro per le costruzioni?”.

Il Superbonus del 110%, anche grazie alle semplificazioni introdotte con il decreto-legge 77 del 31 maggio scorso, ha incentivato la domanda di manutenzione e riqualificazione degli immobili.

In base ai dati elaborati dal Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia, tenendo conto delle pratiche trasmesse a Enea (e Ministero della transizione ecologica), al 30 settembre scorso in Italia le asseverazioni (ovvero i documenti rilasciato da un professionista per certificare il possesso di determinati requisiti al fine di accedere a delle detrazioni fiscali) sono già 46.195, il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a 7.495.428.323 euro, mentre quelli relativi a lavori conclusi ammessi a detrazione sono pari a 5.114.321.404 euro ovvero il 68 per cento.

Secondo l’analisi di Confartigianato, in Puglia, le asseverazioni sono 2.980, il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a 429.531.724 euro, mentre quelli relativi a lavori già conclusi ammessi a detrazione sono pari a 288.544.374 euro.

Sempre in Puglia, l’investimento medio per i condomini è stato di 652.849 euro, quello per gli edifici unifamiliari di 98.185 euro e quello per le unità abitative funzionalmente indipendenti di 96.137 euro.

“Gli strumenti di agevolazione hanno sicuramente fatto rifiatare le nostre imprese edili e artigiane, letteralmente massacrate da un anno di pandemia. Altrettanto vero è, però, che gli incrementi dei costi del legno, ferro, plastica, vetro e resine che si sono verificati nell’ultimo periodo, in percentuali che oscillano dal +20% al +80% hanno messo in grandissima difficoltà le aziende, costrette a rivedere i margini operativi preventivati qualche mese prima, rendendo arduo rispettare i tetti previsti per le varie voci del bonus, con il serio rischio di bloccare migliaia di contratti e di lavori. Di sicuro – ha concluso Sgherza – il futuro delle costruzioni passa attraverso la svolta ‘green’ che gli Ecobonus stanno contribuendo a consolidare. Non più consumo di suolo, ma recupero e valorizzazione dell’esistente e approccio ecocompatibile ed ecosostenibile: sono queste le strade da percorrere per una ripresa stabile e duratura del comparto”.

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