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Confermato ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri

La Corte di Assise d’Appello di Taranto ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010. La conferma della pena nei confronti delle due donne è stata emessa dopo oltre 3 giorni di camera di consiglio. Furono Cosima e Sabrina, dunque, insieme a Michele Misseri (condannato a 8 anni per soppressione di cadavere) ad uccidere la loro parente stretta, il cui corpo fu trovato dopo 42 giorni in un pozzo-cisterna in contrada Mosca.
Il dispositivo della sentenza è stato letto dalla presidente della Corte, Patrizia Sinisi (a latere Susanna De Felice più i 6 giudici popolari) poco prima delle 20.30. Nessuna reazione dalla gabbia a vetro in cui c’erano Cosima e Sabrina, nessun cenno da parte di Michele Misseri, che sedeva tra i banchi accanto al suo legale. In aula, inoltre, non c’era nessun esponente della famiglia Scazzi; Concetta, mamma di Sarah, ha atteso da casa l’esito della Corte; suo marito Giacomo e il figlio Claudio sono nel Nord Italia per motivi di lavoro. Reazioni veementi, invece, da parte della gente all’uscita di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima. Dai balconi qualcuno ha urlato ‘assassino’, insulti anche a Cosima e Sabrina mentre lasciavano la sede della Corte di appello a bordo del furgone della Polizia.
I giudici hanno parzialmente riformato la sentenza di 1° grado per alcuni imputati di reati minori; assolti, perché il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che il 20 aprile 2013 erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale. Confermata invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato. La Corte ha rideterminato, riducendola, anche la pena per altri due imputati: un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale), cinque anni e 11 mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni in primo grado per soppressione di cadavere).
Sospesi per 90 giorni, il tempo per depositare i motivi della sentenza, i termini di custodia cautelare nei confronti di Cosima e Sabrina. Soddisfazione da parte della pubblica accusa, secondo la quale ha retto l’impianto accusatorio. Delusione nel collegio difensivo dei principali imputati, che ha annunciato ricorso in Cassazione. Non è servito a Cosima il cambio di strategia difensiva dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello. In 1° grado la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere, rimanendo ad ascoltare il dibattito in aula in modo impassibile. Dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello, invece, il 27 febbraio scorso aveva reso dichiarazioni spontanee. In questa occasione, Cosima, per ben 75 minuti, stringendo in mano un foglio, aveva difeso strenuamente se stessa e sua figlia Sabrina, piangendo per qualche attimo. “Sono passati 2015 anni – disse – e Gesù venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate… Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti”.
Tutt’altro atteggiamento quello di Sabrina, che in 1° grado era stata interrogata a lungo, difendendosi spesso tra le lacrime, dalle pesanti accuse e respingendo l’idea che il suo gesto fosse dipeso dall’odio nei confronti di Sarah perchè amica di Ivano Russo. Il 12 giugno scorso, nella stessa aula, Sabrina riuscì solo a dire: “Non l’ho uccisa, so io quanto sono addolorata”.

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